Con le firme apposte domenica 15 novembre dai quindici capi di Stato o di governo dei Paesi coinvolti è stato ufficialmente siglato il Partenariato Economico Regionale Globale (RCEP), l’accordo di libero scambio più grande al mondo, che racchiude all’incirca il 30% della popolazione mondiale e il 30% del PIL globale. Dopo otto anni di negoziati, Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e i dieci Paesi membri dell’ASEAN uniscono i loro sforzi per costruire un’economia più aperta ed inclusiva nella regione Asia-Pacifico. Scenari Internazionali aveva affrontato il tema nel suo 15° numero, dall’emblematico titolo Verso una nuova economia-mondo. Dopo Australia ed ASEAN, proseguiamo il nostro viaggio per capire cosa cambia per la Repubblica di Corea.
A cura della Redazione
Dodicesima economia mondiale e quarta economia asiatica, dietro Cina, Giappone ed India, la Corea del Sud è uno degli attori più importanti della regione Asia-Pacifico. Con la rinuncia, decisa l’anno scorso, ai trattamenti speciali e differenziati (SDT) in seno all’Organizzazione Mondiale del Commercio, all’inizio del 2020 il Paese ha definitivamente acquisito lo status di economia avanzata. Del resto, con un reddito pro-capite a parità di potere d’acquisto pari a 42.250 dollari ed un indice di sviluppo umano (0,906) superiore alla media dei Paesi OCSE già nel 2018, nei fatti quella sudcoreana era ormai da tempo un’economia matura e sviluppata.
L’approccio distensivo adottato dal presidente Moon Jae-in, che ha rivitalizzato la Sunshine Policy del compianto Kim Dae-jung, ha inoltre aperto a nuovi ed inediti sviluppi sul fronte della riconciliazione con la Corea del Nord. Malgrado permangano ancora incomprensioni e tensioni, i due incontri con Kim Jong-un, avvenuti ad aprile e a settembre del 2018, hanno rappresentato una svolta storica nelle relazioni tra le due Coree, fissando un nuovo punto di partenza per i negoziati di pace.
La firma che Moon ha apposto sul documento di adesione della Repubblica di Corea al Partenariato Economico Regionale Globale (RCEP) si delinea dunque come un traguardo di estremo rilievo a tre anni e mezzo dal suo insediamento alla Casa Blu. Collegato in videoconferenza proprio dalla residenza di Cheongwadae, lo scorso 15 novembre, il presidente sudcoreano ha saluto il «momento storico» affermando di «credere fermamente che l’accordo andrà oltre la regione, ripristinando il multilateralismo e contribuendo allo sviluppo di un ordine basato sul libero scambio».
Secondo quanto diramato dal portavoce Kang Min-seok, Moon ha anche sottolineato come «di fronte alle sfide provocate dalla pandemia di Covid-19, al dilagare del protezionismo commerciale e alla crisi del multilateralimo, la giovane e dinamica comunità dell’ASEAN si sia resa protagonista nella protezione del principio del libero commercio». La posizione di forza acquisita da Seoul sul campo di una sfida sanitaria vinta grazie ad un efficace modello di gestione dell’epidemia a livello nazionale, rilancia dunque le ambizioni del Paese, che può già proiettarsi, pur con la massima prudenza, nella fase post-pandemica.
Nel giudizio del presidente Moon, infatti, la RCEP presenta «le condizioni ottimali per guidare l’era post-Covid» grazie alla riduzione delle barriere commerciali regionali e all’attivazione di una nuova libertà di circolazione per persone, merci e capitali nel nuovo spazio comune creato dai quindici Paesi aderenti. Nei prossimi mesi sarà sufficiente la ratifica da parte di nove di loro (sei ASEAN e tre non-ASEAN) per procedere verso la definitiva entrata in vigore, probabilmente già a partire dall’autunno del 2021.
Condivise con gli altri leader le certezze in merito alle capacità del nuovo grande accordo di generare nuovi posti di lavoro nella regione, potenziare la rete delle catene di fornitura, superare la pandemia e creare un sistema di commercio e investimenti basato su criteri aperti, complessivi e giuridicamente vincolanti, le aspettative del governo sudcoreano riguardano principalmente l’apertura dei mercati di beni e servizi e degli investimenti, il miglioramento degli standard generali di protezione dei diritti di proprietà intellettuale, l’e-commerce ed un incremento delle opportunità per le piccole e medie imprese.
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