A distanza di oltre un mese dal quinto plenum del 19° Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, abbiamo contattato Song Xuefeng, Console della Repubblica Popolare Cinese a Milano, per capire verso quali direttrici di sviluppo economico si orienterà il gigante asiatico nei prossimi cinque anni. Vista l’area della giurisdizione consolare, con lui abbiamo anche approfondito i temi relativi al ruolo svolto dal capoluogo lombardo e dal Nord Italia in generale nel quadro delle relazioni economiche, commerciali e culturali tra i nostri due Paesi.
A cura della Redazione
S.E. Song, benvenuto su Scenari Internazionali. Il quinto plenum del 19° Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, conclusosi alla fine di ottobre, ha messo nero su bianco le direttrici dello sviluppo socio-economico del Paese previste nel 14° Piano Quinquennale (2021-2025) e gli obiettivi di lungo termine dei prossimi quindici anni. Come cambierà l’economia cinese? Quali elementi di novità e quali fattori di continuità rispetto agli ultimi cinque anni?
Dopo il compimento della realizzazione della “società moderatamente prospera”, il 14° Piano Quinquennale del Comitato Centrale del PCC segna un nuovo inizio del percorso verso la costruzione di un Paese socialista moderno, caratterizzato da benessere, democrazia, civiltà e armonia. Dopo l’introduzione delle politiche di riforma e apertura, la Cina ha registrato un notevole sviluppo nell’arco degli ultimi quarant’anni, raggiungendo la seconda posizione mondiale nella classifica del PIL, con un contributo alla crescita economica globale pari a circa il 30% del totale. Gli ultimi quarant’anni di riforme sono stati caratterizzati da una crescita costante in ambito scientifico-tecnologico, da un continuo aumento delle dimensioni del mercato interno e dal significativo innalzamento del tenore di vita della popolazione.
L’apertura al mondo esterno ha reso la Cina il primo Paese per volume totale di import-export ed il secondo importatore al mondo. La nuova fase di sviluppo comporta anche dei cambiamenti strutturali per quanto riguarda la domanda interna e le funzioni di costo, creando blocchi nella catena produttiva e dissociazione tra domanda e offerta: tutto ciò rende maggiormente complesso il processo di trasformazione strutturale necessario. Allo stesso tempo, il mondo intero si trova di fronte ad un cambiamento epocale: la pandemia da nuovo coronavirus ha inferto un duro colpo all’economia mondiale, il populismo ed il protezionismo stanno dilagando e la globalizzazione sta incontrando grandi ostacoli. Di fronte ai cambiamenti della domanda interna e al mutamento del contesto internazionale, la Cina propone di costruire un nuovo modello di sviluppo basato sulla “doppia circolazione”, ovvero fare affidamento su un solido ciclo di domanda interna come principale motore dell’economia, mantenendo i mercati e gli investitori esteri come secondo motore di crescita in grado di supportarsi a vicenda con il mercato interno.
Questo nuovo quadro di sviluppo non è un ciclo chiuso al suo interno ma una vera e propria doppia circolazione interna-esterna volta all’apertura. La circolazione interna non è orientata ad una chiusura o ad una totale autosufficienza e tanto meno va intesa come autarchia economica o rinuncia ad ogni tipo di collaborazione a livello internazionale. Al contrario, il nuovo modello di sviluppo consentirà da un lato di espandere ulteriormente la domanda interna e dall’altro di agire come motore di ripresa e crescita economica a livello globale. Con una popolazione di 1,4 miliardi di abitanti e un PIL pro-capite superiore a 10.000 dollari annui, la Cina è il mercato di consumo più grande e promettente del mondo, con un enorme potenziale di crescita che offrirà ampie opportunità agli altri Paesi. La Cina continuerà sulla propria strada di apertura al mondo con ancora più intensità allo scopo di raggiungere una sempre maggior integrazione nel quadro dell’economia globale. Lo sforzo sarà anche orientato a garantire un migliore accesso al mercato e favorire condizioni di business più eque per attirare ulteriormente gli investimenti stranieri.
Un altro obiettivo sarà quello di portare generale innovazione negli scambi commerciali, aumentare la qualità dei beni di esportazione e il volume totale dell’import, cercando di raggiungere il cosiddetto equilibrio di bilancio. La Cina si impegnerà inoltre a promuovere attivamente l’implementazione della Nuova Via della Sta (Belt and Road Initiative, BRI), con sempre maggiore sinergia e condivisione di risorse con gli altri Paesi, sostenendo cooperazioni pragmatiche in vari ambiti come quello delle infrastrutture e dei mercati dei Paesi terzi. L’attenzione verrà posta anche su una migliore integrazione reciprocamente vantaggiosa lungo la catena di approvvigionamento dei beni e su uno sfruttamento più efficace della capacità produttiva a livello globale, per favorire il commercio e gli investimenti nelle due direzioni.
Altri settori di impegno congiunto includono sanità pubblica, economia digitale, green economy, scienza e tecnologia, istruzione e scambi culturali. Basandosi su questo principio della doppia circolazione e nell’ottica del “futuro condiviso” dell’intera umanità, la Cina darà il suo contributo alla nascita di un’economia mondiale aperta, un sistema economico più interdipendente e stabile in maniera tale che tutti i Paesi possano sfruttare le opportunità che la globalizzazione offre e raccoglierne i frutti.
La trasformazione del modello di sviluppo cinese è caratterizzata anche dalla rapida crescita di una classe media di nuovi consumatori, più esigenti, consapevoli e digitalizzati rispetto a dieci o venti anni fa. Come testimoniato dalla CIIE, la grande fiera annuale dell’import inaugurata a Shanghai nel 2018, nel prossimo futuro le importazioni dall’estero dovrebbero aumentare ad un ritmo sempre più veloce. In quali settori le aziende italiane avranno maggiori opportunità sul mercato cinese?
L’economia digitale rappresenterà in futuro una forza trainante per lo sviluppo economico della Cina e del mondo, e ciò è già divenuto evidente e dimostrabile soprattutto durante l’attuale epidemia da nuovo coronavirus: esempi come istruzione e assistenza sanitaria su piattaforme digitali, condivisione di contenuti di natura culturale sotto forma digitale, smart-fitness, smart-homeformat multimediali come le dirette streaming delle celebrità e le televendite on-line sono molto popolari in Cina, e le prospettive di mercato sono enormi anche grazie alla nuova tecnologia 5G.
La Cina sostiene fermamente la globalizzazione economica e la liberalizzazione del commercio e, tra le varie iniziative atte a promuovere l’apertura del proprio mercato interno, è attualmente l’unico Paese al mondo ad organizzare una fiera di rilevanza nazionale totalmente dedicata all’importazione, come la China International Import Expo (CIIE) da Lei citata, che rappresenta uno strumento efficace per soddisfare al meglio la crescente domanda interna e allo stesso tempo intensificare gli scambi internazionali. Quest’anno, nonostante la pandemia che ha colpito e ancora sta colpendo duramente l’economia mondiale, la Cina ha tenuto a Shanghai la terza edizione della CIIE rispettando i tempi previsti, nel totale rispetto delle misure di sicurezza straordinarie richieste dall’emergenza sanitaria, dimostrando la sincera volontà di condividere globalmente le opportunità di mercato e promuovere la ripresa economica mondiale.
L’Italia attribuisce grande importanza alla CIIE e vi partecipa attivamente. Lo scorso anno, ad esempio, il vostro Paese ha partecipato alla seconda edizione in qualità di ospite d’Onore con ottimi risultati. Anche quest’anno, l’Italia non è stata fermata dall’epidemia ed è riuscita a garantire la partecipare alla fiera di ben 66 imprese. Inoltre, una delegazione di 11 aziende del settore delle attrezzature mediche e farmaceutiche si è per la prima volta recata a Shanghai in questa occasione, mentre per molte aziende di gioielleria si tratta già della seconda o terza partecipazione consecutiva. Anche il Consolato Generale d’Italia a Shanghai ha contribuito all’organizzazione di attività promozionali con novità e progetti inediti che hanno avuto successo e hanno suscitato l’interesse dei consumatori cinesi.
Cina e Italia rappresentano due economie importanti a livello globale, con caratteristiche complementari ed altamente compatibili, e sono importanti partner commerciali. La Cina è la seconda economia globale e il secondo importatore mondiale, con un enorme mercato; l’Italia è la quarta economia in Europa e l’ottava al mondo, è dotata di tecnologie avanzate e grande know-how nel design. La Cina è il primo partner commerciale dell’Italia in Asia e l’Italia è il nostro quinto partner commerciale nell’Unione Europea. La Cina ha una popolazione di 1,4 miliardi, di cui oltre 400 milioni con un livello di reddito medio, con una crescita costante della domanda interna che va di pari passo con la crescita generale del reddito e la domanda interna cresce costantemente al crescere del reddito. Basti pensare che il nostro Paese rappresenta un terzo del mercato globale del lusso.
Il Made in Italy è molto apprezzato dai consumatori cinesi e le vendite in Cina continuano a crescere nonostante la crisi. Il governo cinese ganarantisce ai prodotti italiani l’accesso al proprio mercato e giusto lo scorso anno i due Paesi hanno firmato protocolli d’intesa riguardanti, tra le altre cose, l’importazione di agrumi freschi, riso e carne bovina dall’Italia. Nel periodo che va da gennaio ad ottobre 2020, l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha raggiunto un totale di 44,024 miliardi di dollari, registrando solamente un lievissimo calo a causa della pandemia. A settembre, le esportazioni italiane verso la Cina sono aumentate del 33% su base annua, registrando il maggior incremento tra i principali mercati di esportazione del Paese.
Ci auguriamo che ambo le parti continuino a rafforzare la cooperazione in vari ambiti come l’economia digitale, il 5G, l’industria meccanica, il settore enologico e quello oleario, lo scambio di beni di consumo di fascia alta ed altro ancora. I prodotti italiani di alta qualità saranno sempre ben accolti dai consumatori cinesi, così come il design ed altri ambiti di possibile interazione con la Cina. Ci auguriamo che gli scambi economici e commerciali tra Cina e Italia possano rafforzarsi sotto tutti i profili in modo tale da portare benefici ad entrambi i popoli.
La pandemia ha messo in crisi i sistemi sanitari di molti Paesi nel mondo, in particolare quello italiano, provocando un shock economico senza precedenti recenti. La Cina, come anche altri Paesi della regione Asia-Pacifico, è riuscita a piegare la curva del contagio e tenere fin qui sotto controllo la circolazione del virus, permettendo all’economia di tornare a respirare in tempi più brevi rispetto all’Europa. Quali strumenti ha messo in campo il Vostro governo per fare fronte all’emergenza sanitaria e a quella economica?
La Cina è stato il primo Paese ad essere colpito dall’epidemia di nuovo coronavirus. Di fronte allo scoppio così improvviso e violento di un’epidemia mai conosciuta prima, insistiamo nel ribadire che la vita delle persone viene prima di ogni altra cosa. Inizialmente è stato rapidamente formato il Gruppo Centrale di Risposta all’epidemia ed è stato subito inviata sul campo una squadra di direzione centrale; sono stati inoltre messi a punto dei sistemi di prevenzione e controllo congiuntamente con il Consiglio degli Affari di Stato. Grazie alle diagnosi precoci, alle segnalazioni rapide, all’isolamento e al trattamento tempestivo dei malati oltre, allo stesso tempo, al raggruppamento di pazienti ed esperti e al potenziamento di risorse e terapie, è stato possibile migliorare sensibilmente il tasso di ricoveri e dimissioni e ridurre gli indici di contagio e di mortalità.
Alla vigilia dell’ultimo Capodanno cinese [25 gennaio 2020, ndr], ben 346 équipe mediche ed oltre 40.000 persone tra medici, infermieri e personale medico generale si sono precipitati a Wuhan per lottare in prima linea contro l’epidemia. Abbiamo fatto di tutto per curare i pazienti ed evitare che anche un solo infetto ci potesse sfuggire; non abbiamo rinunciato a curare nessun paziente e grazie all’integrazione di terapie di medicina tradizionale cinese e medicina occidentale siamo stati in grado innalzare a livelli massimi il tasso di guarigione e di abbassare drasticamente il tasso di mortalità.
Teniamo in grande considerazione il coordinamento tra ricerca scientifica e terapie cliniche, tra prevenzione e controllo: proprio per questo diamo il pieno supporto al ruolo della scienza e della tecnologia per la prevenzione e il controllo dell’epidemia. Inoltre abbiamo rapidamente istituito un meccanismo nazionale di rilascio di informazioni relative all’epidemia, con lo scopo di estrapolare la realtà dai fatti e di rendere queste informazioni pubbliche e trasparenti.
Il Paese è stato quindi in grado di attuare una strategia di comando unificato con un completo dispiegamento di forze e pratiche di prevenzione e controllo a tre dimensioni, grazie alle quali ha efficacemente frenato il dilagare dell’epidemia in una vasta area nonché modificato e limitato il processo di trasmissione del virus. In questo modo è stato possibile proteggere nel miglior modo possibile la vita e la salute delle persone. La Cina ha sempre aderito alla visione di “futuro condiviso” dell’intera umanità, con la responsabilità che comporta essere un Paese così grande e importante; essa ha lavorato a fianco di altri Paesi e fornito pieno supporto alla lotta globale contro l’epidemia. Il contrasto all’epidemia in Cina ha ricevuto le attenzioni e il supporto di tante nazioni, inclusa l’Italia; a tal proposito, proprio la Cina e l’Italia sono diventati dei modelli di collaborazione e supporto reciproco nel superare insieme le avversità.
Dopo aver registrato i primi risultati positivi del programma di prevenzione e controllo epidemico, non abbiamo perso tempo e abbiamo subito promosso la ripresa delle attività lavorative e produttive. Infatti, se da un lato abbiamo continuato con efficacia a prevenire e tenere sotto controllo l’epidemia, allo stesso tempo abbiamo fornito aiuto ad assistenza alla ripresa delle attività lavorative e di produzione grazie a misure finanziarie, fiscali, di rafforzamento della rete dei trasporti e tramite l’ausilio di vari servizi governativi; abbiamo altresì implementato la suddivisione del territorio nazionale per gradi e zone, in maniera tale da garantire il miglior quadro generale possibile per la ripresa economica anche da parte dei singoli cittadini.
Abbiamo quindi intensificato i nostri sforzi per rispondere efficacemente alle misure macroeconomiche. Abbiamo ottenuto ottimi risultati nel progetto delle “sei stabilità”, atto ad assicurare appunto maggiore stabilità in cinque ambiti-chiave: occupazione, finanza, commercio con l’estero, capitali stranieri e investimenti, a cui si aggiunge una “sesta stabilità”, che riguarda invece le aspettative, le attese e le previsioni. Allo stesso modo stiamo raggiungendo anche gli obiettivi delle “sei garanzie”, ovvero: garantire occupazione, garantire sussistenza basilare, garantire la struttura dei mercati, garantire la sicurezza delle risorse agroalimentari, garantire la stabilità della catena di produzione e garantire le operazioni dei movimenti di base. Il passo successivo è stato quello di formulare una serie di misure di soccorso finanziario a beneficio delle imprese, introdurre un sistema di priorità per favorire l’occupazione, promuovere investimenti e consumi, rendere più stabili i capitali e gli investimenti stranieri e, non da ultimo, implementare politiche a garanzia delle catene di approvvigionamento industriale.
A ciò si aggiungono altri progetti, come quello di promozione di nuovi modelli di sviluppo, il rafforzamento del sistema dei trasporti, la ripresa graduale di vari settori come quello della ristorazione, del turismo e della cultura in generale. Grazie a tutto ciò è stato possibile intraprendere la piena ripresa sociale ed economica del Paese in maniera efficace. E infatti l’economia cinese ha registrato un rimbalzo in termini di crescita: dopo un calo del 6,8% nel primo trimestre del 2020, essa è cresciuta del 3,2% nel secondo trimestre e del 4,9% nel terzo trimestre, divenendo l’unica, tra le maggiori economie mondiali, a registrare una crescita positiva in questo periodo.
Recentemente, il Vostro Consolato ha curato, per i tipi di Anteo Edizioni, un testo celebrativo del cinquantenario delle relazioni diplomatiche tra Cina e Italia, caduto proprio lo scorso 6 novembre. L’opera raccoglie articoli e testimonianze di imprenditori, giornalisti ed esperti sia cinesi che italiani. Che ruolo storico hanno svolto la città di Milano e la Lombardia nel dialogo tra i due Paesi? Quali sono le attività principali del Consolato?
La ringrazio molto per l’interesse mostrato verso il nostro libro. Come forse ha notato, la maggior parte dei personaggi ed eventi trattati nel libro sono legati a Milano ed alla Lombardia. Questa regione ha sempre giocato un ruolo importante nella cooperazione amichevole tra Cina e Italia. Ad esempio, nel 2019 il presidente della Regione Lombardia ha guidato una delegazione in visita a Shanghai e nello Shandong, concludendo una serie di accordi di cooperazione. In quello stesso anno, Milano e Shanghai hanno festeggiato il 40° anniversario del loro gemellaggio e hanno avviato una serie di collaborazioni concrete in vari ambiti. Milano e la Lombardia sono anche tra le zone più dinamiche e vivaci in Italia: sin da tempo immemore mercanti e commercianti si riunivano qui in queste terre, ed esse sono diventate le principali aree geografiche di cooperazione economica e commerciale tra Cina e Italia. Molte compagnie cinesi investono in Italia e la loro prima tappa è sempre qui. Nel 2008, alcune di queste imprese hanno fondato di propria iniziativa l’Associazione delle Imprese Cinesi in Italia proprio qui, a Milano, per poter meglio promuovere gli investimenti cinesi in Italia.
Al momento, l’Associazione sta lavorando per trasformarsi nella Camera di Commercio Italo-Cinese. Si ritiene che, con la nascita di questa Camera di Commercio, sarà possibile promuovere ulteriormente gli scambi economico-commerciali tra i due Paesi. La Lombardia è anche una delle regioni più aperte ed inclusive d’Italia: ospita infatti un grandissimo numero di cittadini e imprese cinesi. Prima della pandemia, le notevoli risorse turistiche della zona attiravano ogni anno circa 2 milioni di turisti cinesi. Si può dire che Milano e la Lombardia rappresentino le vetrine principali e dei bellissimi biglietti da visita, simbolo della collaborazione amichevole tra Cina e Italia.
Il Consolato Generale della Repubblica Popolare Cinese in Milano è stato istituito nel 1985 ed è stato il primo consolato in assoluto istituito dalla Cina. Negli ultimi trentacinque anni il nostro Consolato ha costantemente promosso attività di scambio amichevole e di cooperazione pragmatica, soprattutto in campo economico-commerciale, e ha svolto con impegno il ruolo di promotore attivo dell’iniziativa della Nuova Via della Seta. Oltre allo svolgere al meglio il proprio ruolo di centro informazioni e di mediatore in diversi ambiti, al contempo accetta visite di delegazioni industriali e personale di vario tipo oltre a sostenere la partecipazione di aziende di ambo i Paesi a manifestazioni come la CIIE di Shanghai o la Fiera di Canton [Guangzhou, ndr] del prossimo anno, il Salone del Mobile di Milano, alla Settimana della Moda, alla Mostra dell’Artigianato e così via.
Vengono inoltre organizzati seminari a tema economico e commerciale e conferenze per il business matching delle imprese, vengono portate avanti iniziative atte ad implementare la comprensione reciproca in termini di clima economico ed aziendale delle imprese dei due Paesi, vengono promossi gli investimenti bidirezionali e progetti come il China-Europe Railway Express allo scopo di migliorare ancor più l’interconnessione con la Cina nella nostra area consolare. Non da ultimo, siamo al servizio di tutte le imprese e i cittadini cinesi presenti nella nostra area consolare e promuoviamo la loro integrazione e il loro sviluppo comune.
Il Nord Italia, quale parte più industrializzata e produttiva del Paese, è indubbiamente il motore propulsivo anche per quanto riguarda i rapporti economici e commerciali con la Cina. I numerosi gemellaggi e accordi tra le principali città settentrionali italiane ed alcune importanti metropoli cinesi, come ad esempio quelli esistenti tra Milano e Shanghai, da Lei già citato, Torino e Shenzhen, Genova e Dalian o Venezia e Suzhou, hanno finora facilitato le relazioni bilaterali? Qual è il loro potenziale?
Come Lei ha detto, l’Italia settentrionale e la Cina godono di una collaborazione molto stretta, con quasi trenta coppie di città gemellate tra loro ed un sempre maggior numero di relazioni di collaborazione amichevoli. Presto anche la città di Guiyang, nel Guizhou, stringerà un gemellaggio con Vicenza, così come Xinmi, nello Henan, con la cittadina lombarda di Baranzate, e questa “cerchia di amici” qui diventerà sempre più grande.
Durante la visita in Italia del presidente Xi Jinping nel 2019 è stato inoltre sancito il gemellaggio tra le città di Hangzhou e Verona e tra le risaie terrazzate di Honghe Hani (Yunnan) e il paesaggio vitivinicolo piemontese delle Langhe-Roero e Monferrato. Nel settembre dello stesso anno, una delegazione del comune di Verona si è recata in visita ad Hangzhou per partecipare all’annuale Conferenza Internazionale dei Sindaci di Città Gemellate (International Sister City Mayors Conference) al fine di promuovere gli scambi culturali e la cooperazione tra le due città. A gennaio 2020, il nostro Consolato ha organizzato, congiuntamente con il Comune di Asti, dove si trova il paesaggio vitivinicolo di cui sopra, la giornata a tema Asti meets China: per l’occasione è stata allestita una mostra fotografica, si è tenuta una conferenza riguardante l’iniziativa della Nuova Via della Seta e a fine giornata sono stati organizzati un cocktail party ed una serata d’arte. L’evento ha permesso alla gente del posto di conoscere da vicino la Cina e le aziende locali hanno avuto l’occasione di trovare nuove opportunità di business nel nostro Paese, con la prospettiva di portare sulle tavole dei cinesi gli eccellenti vini piemontesi di produzione propria.
Durante il corso di quest’anno abbiamo assistito ad un’altra bella storia di cooperazione tra città gemellate nell’ambito della lotta all’epidemia. A febbraio, il sindaco di Asti ha raccolto personalmente una partita di equipaggiamento e materiali di contrasto all’epidemia da donare alla Cina, che in quel periodo stava lottando strenuamente contro il virus. In seguito, quando la pandemia ha colpito duramente anche l’Italia, diverse città, tra le quali Nanyang, Hangzhou, Shanghai e Guangzhou hanno a loro volta donato un grande quantitativo di materiali antiepidemici alle rispettive città gemellate di Asti, Verona, Milano e Padova. Questo spirito di mutua assistenza ha ancor più avvicinato i popoli dei due Paesi, infondendo nuova linfa alle relazioni bilaterali Cina-Italia.
I gemellaggi tra le città offrono inoltre ai due Paesi l’opportunità di continuare la collaborazione anche dopo la fine della pandemia, stimolando la ripresa economica e commerciale. Il nostro Consolato continuerà a sostenere la cooperazione tra le città gemellate e a promuoverne i frutti in maniera tale che possano portare beneficio ad un sempre maggior numero di persone.
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