ASEAN. Turismo digitale e place branding: confronti, novità e spunti di riflessione dal Forum di Ha Long

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Photo credit © TTG Asia Media



Lo scorso 16 gennaio, nell’ambito del terzo giorno del 38° Forum sul Turismo dell’ASEAN, nello splendido scenario della Baia di Ha Long, in Vietnam, è andato in scena un seminario dal titolo Connettere i Patrimoni per lo Sviluppo Turistico dell’ASEAN nell’Era Digitale. L’iniziativa prende spunto dagli sforzi compiuti dall’organizzazione regionale, mirati allo sviluppo del marketing turistico. Scenari Internazionali, accreditata all’evento e presente con un suo inviato, ha cercato di saperne di più.


A cura della Redazione


In questo caso, ad essere presi in esame sono stati i siti patrimonio dell’umanità, ad oggi ben 38 nella regione ASEAN, di cui 24 culturali, 13 naturali (inclusa la stessa Baia di Ha Long) e 1 misto. In testa ci sono Indonesia e Vietnam, con 8 siti ciascuno, seguono le Filippine con 6, Thailandia 5, Malesia 4, Cambogia 3, Laos 2, uno a testa per Singapore e Myanmar.

Il quadro di riferimento è la Strategia di Marketing Turistico dell’ASEAN (ATMS) 2017-2020, adottata proprio per venire incontro alle rinnovate esigenze di promozione della regione nel mondo. «Mentre ogni Paese membro continua a promuovere il proprio paese, i dieci membri dell’ASEAN collaborano anche per promuovere il Sud-est asiatico. È la prima volta che l’ASEAN ha condiviso i propri piani di lavoro e direzione del marketing, dall’adozione della strategia di marketing turistico ASEAN 2017-2020», ha dichiarato John Gregory Conceicao, dell’Ente del Turismo di Singapore, in rappresentanza del Comitato ASEAN per la Competitività nel Turismo (ATCC).

Nel 2018, inoltre, ha già fatto la sua comparsa un’agenzia di marketing a supporto delle strategie legate ai social media e alla promozione on-line, che si è affiancata alla collaborazione con partner strategici come AirAsia e TTGAsia, oltre al lavoro svolto nel quadro dell’ASEAN+3 con Cina, Giappone e Corea del Sud, ma anche con India e Australia.

La digitalizzazione diventa così un tema portante anche nel turismo dell’ASEAN, in particolare per quanto riguarda la promozione e la valorizzazione dei siti patrimonio dell’umanità. Fra i relatori dell’incontro, Peter Debrine, senior project officer presso il World Heritage Centre dell’UNESCO, «la tecnologia svolge anche la funzione di aiutarci a preservare i siti» perché «condividendo informazioni infondiamo nelle persone l’apprezzamento per il patrimonio che, a sua volta, ispira la volontà di proteggerlo».

Seul Ki Lee, professore associato presso il Dipartimento per il Management di Ospitalità e Turismo dell’Università Sejong di Seoul, sostiene che «la tecnologia gioca un ruolo non soltanto nell’ambito del turismo sostenibile, ma in tutti gli aspetti del turismo». La dimensione digitale «svolge una funzione importante in termini di miglioramento dell’interattività e dell’esperienza del turista», ha aggiunto il docente sudcoreano, che è anche direttore del Centro di Analisi Statistica per il Settore Turistico della Repubblica di Corea.

«Nel turismo ci sarà sempre il rischio che le persone automatizzino tutto […] ma credo la gran parte degli umani e dei viaggiatori amino davvero le esperienze autentiche e che queste passino attraverso il dialogo e il contatto con la gente del luogo», ha osservato Con Apostolopoulos, vicepresidente senior e direttore generale di National Geographic Partners per l’Asia-Pacifico e il Medio Oriente, incalzato sul tema dell’autenticità del viaggio a fronte delle significative trasformazioni digitali nel settore.

Il place branding, tuttavia, potrebbe armonizzare i due aspetti, coniugando la necessità di “marchiare” un luogo per veicolarne le bellezze naturali e culturali attraverso i circuiti della rete, all’importanza di preservarne l’unicità e l’irriducibile peculiarità. In questo senso, durante i briefing dedicati organizzati nell’arco dell’intero Forum, ognuno dei dieci Paesi membri dell’ASEAN ha avuto modo di illustrare la strategia messa in campo di recente.

Il Brunei, chiamato ad ospitare il prossimo Forum regionale sul Turismo nel 2020, ha lanciato il suo nuovo marchio Brunei: Adobe of Peace e un nuovo sito web. Inoltre, a breve, la capitale Bandar Seri Begawan sarà nominata Capitale della Cultura Islamica in Asia per il 2019, e questo consentirà al Sultanato di promuovere nuovi pacchetti turistici a carattere culturale.

La Cambogia, che ospiterà il Forum sul Turismo nel 2021, ha accolto con favore la nuova connettività prevista per quest’anno da Cambodia Airways, Philippines Airlens, Garuda Indonesia e Air China. I delegati hanno poi presentato le opportunità di investimento turistico nell’area Nord-Est del Paese, nella fascia costiera principale e nella capitale Phnom Penh.

L’Indonesia, prima economia dell’ASEAN per dimensioni, si è posta l’obiettivo di raggiungere quota 20 milioni di visitatori quest’anno. A tale scopo, Jakarta ha lanciato una serie di programmi che includono turismo digitale, turismo millenario e turismo itinerante, oltre alla campagna Le 10 Nuove Bali per promuovere destinazioni meno note.

Il Laos ha invece spiegato la campagna Visit Lao Year 2018 mirata a promuovere città di varia entità e grandezza come la capitale Vientiane, Luang Prabang, Vang Vieng, Champasak, Xiengkhouang e così via. Proseguirà lo sforzo per dare risalto a festival culturali come ad esempio quello degli Elefanti, vero e proprio animale-simbolo del Paese, il Capodanno Lao e il Capodanno Hmong.

Puntando su una visione fortemente regionalista, la Malesia, estesa fra il Golfo del Siam e il Borneo (condiviso con Indonesia e Brunei), ha messo sul mercato i 69 pacchetti turistici ASEAN 2019-2020. Si tratta di offerte di viaggio che includono più destinazioni, gestite da 38 agenzie di viaggio che sostengono la promozione dell’ASEAN come unica destinazione.

Il Myanmar ha presentato il marchio turistico Myanmar. Be Enchanted, finalizzato a mettere in risalto una meta accogliente, affascinante, mistica e ancora poco conosciuta. Dopo la fine del regime militare e la transizione alla democrazia, infatti, il Paese cerca di moltiplicare la sua attrattività facilitando le procedure relative ai visti per i turisti provenienti da Cina (incluse Hong Kong e Macao), India, Giappone e Corea del Sud.

Le Filippine puntano tutto sul turismo responsabile e sostenibile, concentrandosi su destinazioni naturalistiche e prodotti artigianali locali. Sono stati inoltre modernizzati gli aeroporti internazionali di recente apertura, ovvero Bohol-Panglao, Mactan Cebu e Cagayan North.

Chiamata a ricoprire la presidenza dell’ASEAN per quest’anno, la Thailandia, senza dubbio la destinazione più nota e frequentata dell’intera regione, vuole migliorare ulteriormente la sua offerta con prodotti e servizi di qualità, anche attraverso la promozione di mete emergenti e meno conosciute.

Singapore, vero e proprio hub finanziario, logistico e tecnologico non solo in Asia ma in tutto il mondo, riesce ad eccellere anche nel settore turistico. Quest’anno, tra gennaio e novembre, la città-Stato, patrimonio UNESCO grazie ai suoi splendidi Giardini Botanici, ha ospitato ben 16,9 milioni di turisti, in aumento del 6,6% rispetto allo stesso periodo del 2017. Il marchio, ormai consolidato, è quello di Passion Made Possible.

Il Vietnam, padrone di casa di quest’edizione del Forum, ha invece visto aumentare i visitatori del 20% nel 2018 rispetto all’anno precedente. Si tratta della miglior performance fra tutti i Paesi dell’ASEAN, tanto da essere premiato con il titolo di Asia’s Leading Destination 2018 e Asia’s Best Golf Destination 2018 in occasione dei World Travel Awards e dei World Golf Awards. Già pronto il brand Visit Vietnam 2019 – Nha Trang, Khanh Hoa, finalizzato a promuovere i beni culturali e costieri del Paese.




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