Business e cultura, anche l'Umbria torna protagonista in Iran
Appena quattro giorni dopo il seminario di CNA Umbria, è la Confindustria regionale ad organizzare, in collaborazione con Umbria Export – sua consolidata agenzia per l’internazionalizzazione – e Monte dei Paschi di Siena, una country presentation dedicata all’Iran, nella sua sede di Perugia, che ha visto, tra gli ospiti, il consigliere economico dell’Ambasciata iraniana in Italia, Alì Fekri.
Dopo i saluti iniziali del presidente di Umbria Export, Marco Giulietti, a prendere la parola è stato Alessandro Monti, capo-ufficio IX Direzione Generale Affari Politici dei Paesi del Golfo, Iran, Iraq e Yemen presso la Farnesina, che ha sottolineato importanza riapertura relazioni diplomatiche con Iran e ruolo strategico svolto da Italia dopo l’implementation day, primo partner europeo fino a introduzione sanzioni. Secondo il funzionario del MAECI, le visite di Rohani a Roma e di Renzi a Tehran, seguito da 80 grandi aziende italiane, hanno permesso al nostro Paese di tornare a dialogare con un partner storico, come impongono il buon senso e il realismo politico, non solo in ottica economico-commerciale ma anche per la comune lotta al terrorismo e la stabilizzazione del Medio Oriente.
Michele Fioroni, assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Perugia, ha illustrato il piano di gemellaggio tra Perugia e la città iraniana di Qazvin, quale progetto-pilota di generale riavvicinamento tra Italia e Iran. La Giunta del Sindaco Andrea Romizi è intenzionata ad adottare nuovo approccio internazionale per capoluogo umbro, volgendo sguardo anche verso Oriente e non solo verso Stati Uniti e Unione Europea. Centro di 350.000 abitanti nell’Iran settentrionale, Qazvin presenta molte opportunità nei settori della meccanica e dell’agro-alimentare del nostro territorio e rappresenta al meglio il nuovo sviluppo infrastrutturale ed industriale iraniano.
Il consigliere Alì Fekri si è detto soddisfatto per il comportamento costruttivo italiano nel processo di superamento delle sanzioni e ha presentato Qazvin agli ospiti, illustrandone la storia di capitale safavide e di bastione persiano contro il fondamentalismo e l’espansionismo ottomano. Sulle sanzioni Fekri ha osservato che, sebbene restino ancora alcuni ostacoli, le restrizioni ora sono superabili. Le priorità del governo iraniano sono il transfer tecnologico e l’attrazione degli IDE, ma c’è interesse anche per prodotti agro-alimentari come l’olio d’oliva, ambito in cui l’Umbria ha primati d’eccellenza. L’Iran costituisce inoltre una grande occasione di espansione per gli investitori esteri, poiché il Paese persiano è una strategica porta d’accesso ad Afghanistan, Iraq, Siria e Asia Centrale.
Valerio Picchiassi della Camera di Commercio e dell’Industria Italo-Iraniana ha parlato di una vera Iran-mania esplosa in Italia dopo la fine delle sanzioni. Tuttavia, le PMI italiane avevano lavorato bene in Iran anche in precedenza, mantenendo punti di contatto decisivi per il ritorno nel Paese in previsione della sospensione delle sanzioni. I vantaggi della fase odierna – con l’export italiano cresciuto del 4,7% in 2015 – sono principalmente il ritorno allo storico rapporto privilegiato Italia-Iran, una maggior fluidità finanziaria, l’import di materie prime e l’export di tecnologia necessario all’upgrading iraniano. Niente facili entusiasmi, però. Restano, infatti, le restrizioni per taluni beni, banche e individui; la concorrenza è aumentata; e sussistono i rischi di un approccio supponente da parte italiana. L’Iran è un sistema-Paese avanzato nell’area, è la seconda economia nell’area MENA, con una crescita pari al 4,4% nel 2016 e prevista al 4,9% nel 2017. Il petrolchimico occupa il 17% del PIL mentre il petrolio coinvolge l’80% dell’export, eppure il non-oil annovera settori importanti come automotive, agro-industria e tessile.
Pierluigi Viti, responsabile SACE per l’Umbria, ha ricordato ai presenti come il suo gruppo continua a supportare nostre aziende in Iran, offrendo linee di credito a breve e a medio-lungo termine. Anche Viti ha ribadito gravose difficoltà nel periodo 2011-2014, ma ha sottolineato che l’obiettivo SACE è quello di riportare l’export verso l’Iran a quota 2,5 miliardi di euro entro 2018.
Le cifre del commercio internazionale supportano l’ipotesi della “triangolazione” con gli Emirati Arabi Uniti e della “sostituzione” con la Cina per il mercato iraniano durante il periodo in cui erano ancora in vigore le sanzioni.
Mauro Agostini, direttore generale Sviluppumbria, ha sottolineato la reazione positiva del tessuto imprenditoriale regionale dopo la sospensione sanzioni. Le aziende locali hanno premuto affinché si lavorasse subito per cercare di tornare al livello pre-2011. Tuttavia, secondo Agostini, ora sarà fondamentale evitare la logica dei cosiddetti “cento campanili” e che ognuno vada per contro proprio, creando confusione presso gli interlocutori stranieri. Sarà, perciò, fondamentale un profilo sistemico per approcciare il mercato iraniano. Da consegnare al passato anche la logica occasionale, favorendo invece gli investimenti strategici a medio-lungo termine. Non pensare in modo scontato e considerare che le eccellenze umbre di primo piano sui mercati esteri sono anche rappresentate dalla meccanica, con beni sia finali che intermedi, dall’aerospazio, dall’agroindustria, dal food&beverage e dall’arredo.