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A cura della Redazione
«Insieme alle nostre aziende, condividiamo l’obiettivo delle Istituzioni di ampliare il più possibile la platea di imprese esportatrici e di consolidare e accrescere le quote delle imprese che già esportano. Secondo una recente ricerca CNA per raggiungere questo comune obiettivo non possiamo che immaginare un approccio olistico basato su 4 pilastri: le attività di indirizzo politico, gli accordi commerciali, la promozione delle imprese, del sistema Paese e del Made in Italy».
Con queste parole Roberta Datteri, vicepresidente CNA con delega all’internazionalizzazione, ha aperto il suo intervento alla Conferenza nazionale dell’Export e dell’Internazionalizzazione delle Imprese, che si è tenuta il 5 dicembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
«In uno scenario geopolitico complesso è indispensabile un’azione politica forte, che non solo rassicuri le imprese nei propri progetti di investimento per l’internazionalizzazione, ma che possa anche indicare le direzioni e le direttrici su cui sviluppare tali progetti», ha spiegato Roberta Datteri, che ha proseguito: «Ben vengano, quindi, accordi bilaterali costruiti prevedendo le necessarie garanzie e momenti di monitoraggio, quali, ad esempio il CETA. In questo contesto, inoltre, iniziative come le collettive organizzate da ICE-Agenzia sono un approccio validissimo per la penetrazione in nuovi mercati, in quanto permettono una importante attività di accompagnamento come anche una politica di partecipazione a costi calmierati, che permette di compensare validamente il notevole incremento di tutti i costi collaterali all’evento che le imprese si trovano ad affrontare. Tra le iniziative gestite da ICE bisogna sicuramente menzionare l’importanza del progetto TrackIT block chain, gli incoming di operatori alle fiere italiane e, non da ultimo, le attività di incoming sui distretti di produzione. Inoltre, ad affiancare le attività di accompagnamento, ci sono gli strumenti di Simest per il supporto all’export, come il fondo rotativo 394. Per massimizzarne l’efficacia sarebbe importante che divenisse strutturale, e che fosse declinato nel rispetto della diversità delle imprese, snellendo la parte burocratica».
La vicepresidente di CNA è poi intervenuta sulla valorizzazione del Made in Italy per una promozione del Paese: «Un elemento importante che potrebbe essere migliorato è il sostegno a quegli investimenti indirettamente legati all’internazionalizzazione volti ad accrescere e valorizzare il Made in Italy: investimenti relativi a innovazione, digitalizzazione, sostenibilità che consentano anche ai prodotti più tradizionali quell’ upgrade necessario a renderli più competitivi, evoluti e complessi e quindi, più difficilmente imitabili. Come già avvenuto in passato CNA è a disposizione per portare anche in questo ambito il proprio contributo, sintesi delle esigenze raccolte tra le nostre imprese. Abbiamo un ‘brand Paese’ che va assolutamente sostenuto e che esprime un modello economico, culturale e sociale vincente, che altri stanno cercando di prendere a riferimento. Un brand che fino ad oggi ha espresso caratteri di qualità, creatività eccellenza in ogni ambito».
La Conferenza nazionale dell’Export e dell’Internazionalizzazione delle Imprese, iniziativa promossa e organizzata dalla Farnesina come momento di dibattito tra i rappresentanti delle agenzie di sostegno pubblico all’export, esponenti del mondo associativo e i vertici di grandi imprese, sulle strategie per rafforzare la presenza del sistema economico italiano sulla scena internazionale in un contesto globale in continuo mutamento, è stata aperta dal ministro Antonio Tajani.
«Questa di oggi è la prima di una lunga serie di giornate che nei prossimi anni si svolgeranno per fare il punto sulla situazione dell’export del nostro Paese, quindi il 5 dicembre d’ora in avanti diventerà la giornata dell’export, dei veri e propri stati generali su questo tema», ha affermato Tajani, che ha aggiunto: «L’export è uno straordinario motore di crescita e rappresenta circa il 40% del nostro prodotto interno lordo. Nei primi 9 mesi di quest’anno siamo arrivati a 466,5 miliardi di export con un attivo pari a 26 miliardi. Quindi si può dire che abbiamo preso la strada giusta. Stiamo quindi continuando a lavorare e a presentare i prodotti del nostro Paese su mercati che hanno grandi attenzioni nei nostri confronti».
Il ministro si è poi rivolto ai rappresentanti delle imprese indicando la volontà di mettere a sistema il mondo imprenditoriale con il mondo finanziario e tutte le organizzazioni che si interessano delle imprese per avere un sistema Italia più efficiente. Trasformando la rete diplomatica in una grande rete di supporto all’Italia produttiva.
Tajani ha infine segnalato l’accordo siglato con l’Università per Stranieri di Perugia, da cui fuoriescono giovani che parlano e scrivono perfettamente l’italiano e che grazie all’accordo possono essere messi a disposizione per accompagnare le imprese all’estero divenendo guide preziose per le aziende, formando la manodopera in loco alla nostra lingua.