È in uscita Ritorno al futuro, nuovo numero di Scenari Internazionali dedicato all’agricoltura. Pienamente coinvolto dal paradigma di sostenibilità messo in campo a livello globale, il settore primario sta conoscendo una graduale ma decisa trasformazione che vede numerosi Paesi in varie parti del mondo impegnati a raggiungere l’autosufficienza alimentare, efficientare la filiera, ridurre gli sprechi, valorizzare ed esportare i propri prodotti.
A cura della Redazione
Sono ormai passati più di otto anni da quando l’Expo di Milano chiuse i battenti, al termine dei sei intensi mesi di manifestazione. L’emblematico tema scelto dagli organizzatori – Nutrire il pianeta, energia per la vita – espresse in modo stringato ma efficace l’importanza strategica della filiera agroalimentare e del concetto di sicurezza alimentare, dato forse troppo per scontato nelle società dell’abbondanza del secondo Novecento.
La pandemia e il conflitto russo-ucraino hanno mostrato, soprattutto in Europa, che le catene di fornitura globali, pur restando fondamentali nel sistema multilaterale del commercio mondiale, non sono esenti da fragilità, prestando il fianco ad una serie di fattori di rischio, in primis la penuria di beni essenziali come energia, cibo e farmaci.
È opportuno fare chiarezza. La globalizzazione economica è un processo irreversibile, così come impraticabile e dannoso, al di là degli slogan, sarebbe qualsiasi proposito di sconvolgere il meccanismo di interconessione tra i mercati internazionali.
Tuttavia, le sue dinamiche possono essere rimodulate sia per meglio venire incontro alle esigenze di chi ne ha sin qui beneficiato poco o nulla sia per scongiurare i pericoli legati ai possibili colli di bottiglia e alle gravi crisi internazionali.
Nel caso dell’agroalimentare, il tema è prioritario. Non solo per l’obiettivo dell’autosufficienza, che pure resta centrale, ma anche e soprattutto per trasformare globalmente il settore, tramite la sua innovazione tecnologica, in senso sostenibile e resiliente.
Due parole – queste – che rischiano spesso di finire nella banalità della retorica ma che rivestono in realtà grande importanza nell’ottica di preservare i terreni dai disastri naturali, migliorare la qualità dei prodotti e ridurre gli sprechi alimentari ed idrici.
Il nuovo numero della rivista propone una riflessione sul comparto prendendo in esame alcuni casi di analisi in contesti geografici, economici e politici molto diversi l’uno dall’altro: da mercati avanzati come Unione Europea e Corea del Sud a realtà in transizione come Arabia Saudita, Egitto, Bielorussia e Uzbekistan fino a contesti più complessi ed eterogenei, come quelli del Sud-est asiatico, e ad un Paese più arretrato, ma in forte ascesa negli ultimi anni, come il Ghana.
L’obiettivo, come sempre, è quello di fornire al lettore informazioni e dati attendibili, da utilizzare quali strumenti per cercare di comprendere come, al di là delle distorsioni ideologiche, le indicazioni dell’Agenda 2030 stanno prendendo corpo in diverse parti del pianeta.
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