Corea del Sud. Ambasciatore Kwon: Le tre ‘T’ e un’elevata coscienza civica alla base del nostro successo

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Ricomincia il viaggio virtuale di Scenari Internazionali per sapere in che modo altre nazioni, al di fuori dell’Italia, stanno affrontando l’emergenza Covid-19. Dopo aver contattato gli Ambasciatori in Italia di Cina e Azerbaigian, oltre alla consulente iraniana Parnia Amani, voliamo ora in Corea del Sud, uno dei Paesi più colpiti dal SARS-CoV-2 ma anche uno dei più virtuosi nella gestione dell’epidemia. Abbiamo raggiunto l’Ambasciatore Kwon Hee-seog per capire come Seoul sta cercando di superare la crisi.


A cura della Redazione


S.E. Kwon, benvenuto su Scenari Internazionali. La Repubblica di Corea è fin’ora il Paese che ha saputo rispondere nel modo migliore all’emergenza Covid-19 a livello mondiale, riuscendo a piegare la curva del contagio in una situazione di forte rischio dopo l’esplosione di un focolaio molto pericoloso nella città di Daegu. Molti scienziati parlano già di “metodo coreano”, indicandolo come esempio virtuoso da seguire. In cosa consiste esattamente questo metodo?
Da un lato, il governo coreano ha compiuto ogni sforzo per prevenire la diffusione del virus rendendo la sicurezza dei cittadini la nostra priorità assoluta mentre, dall’altro, ha rivisto e implementato contromisure equilibrate, non sbilanciate da un solo lato, anche per ridurre al minimo l’impatto sulle relazioni estere e sull’economia.
In particolare, il governo è ricorso al paradigma “test, tracciamento, trattamento” (test, trace, treat) come strategia di risposta alla proliferazione del Covid-19 per identificare rapidamente casi e contatti, prevenire un’ulteriore diffusione e curare i contagiati attraverso le terapie intensive. Inoltre ritengo che il governo sia stato in grado di piegare la curva del contagio incoraggiando la partecipazione attiva dei cittadini.
Per quanto riguarda l’analisi diagnostica rapida (RT-PCR), il nucleo della strategia di risposta al Covid-19 del governo coreano è la sua solida capacità di condurre test. Considerando una capacità di 20.000 test diagnostici al giorno, allo scorso 11 maggio erano stati eseguiti circa 660.000 test.
Per quanto riguarda la fase di tracciamento, invece, sono state condotte approfondite indagini epidemiologiche e il monitoraggio dei contatti. Il governo coreano sta effettuando il tracciamento e conducendo test diagnostici per i contatti utilizzando le transazioni delle carte di credito, il controllo video CCTV e le informazioni sulla posizione del telefono cellulare [geolocalizzazione, ndr] nella misura consentita dalla Legge sulla prevenzione e la gestione delle malattie infettive. Il governo divulga in forma anonima le informazioni necessarie, scindendole da tutte le informazioni rivelate dalle indagini epidemiologiche, evitando al massimo la possibilità di esposizione delle informazioni personali, in modo che i contatti possano essere verificati e si possa ricevere un test diagnostico se necessario. I contatti confermati dall’indagine epidemiologica devono auto-isolarsi dopo aver fatto il test diagnostico. La sicurezza e la salute dei contatti sono monitorate in modo completo attraverso la gestione 1:1 da parte di un funzionario dedicato.
Per quanto riguarda il trattamento, il governo coreano si sta concentrando sulla pronta guarigione dei pazienti attraverso una diagnosi precoce del Covid-19, un trattamento intensivo ed una distribuzione efficiente delle risorse mediche.
C’è poi l’aspetto dell’elevata coscienza civica e della partecipazione attiva dei cittadini. La strategia di risposta al Covid-19 del governo coreano non avrebbe mai avuto successo senza la fiducia dei cittadini e una matura coscienza civica. La proliferazione del virus sta effettivamente rallentando grazie al comportamento volontario delle persone su ambiti quali igiene personale, test diagnostici facoltativi, auto-isolamento e distanziamento sociale.

Il SARS-CoV-2 è un virus completamente nuovo per l’uomo, che la comunità scientifica mondiale sta studiando soltanto da pochi mesi. Fin quando non sarà individuata una terapia farmacologica specifica o, più tardi, un vaccino, ci sarà sempre il pericolo di nuove ondate e nuovi focolai in tutti i Paesi che hanno già affrontato l’emergenza. Come si sta muovendo la Corea per gestire questa seconda fase?
Il governo coreano continuerà ad adeguare le sue contromisure in base alla situazione futura, aderendo alla politica della prevenzione contro le epidemie basata su tre principi fondamentali: “apertura”, basilare per la prosperità della comunità internazionale e dell’umanità; “trasparenza”, basilare per costruire la fiducia nelle politiche del governo; “democrazia”, in base a cui tutti i cittadini sono al centro della prevenzione contro le epidemie.
Nonostante l’attuale curva piatta, il nostro governo è sempre pronto alla possibilità di una seconda ondata del virus, tenendo presente che per un po’ di tempo non potremo tornare completamente alla vita pre-Covid. Pur mantenendo un approccio coerente, il governo, insieme ai cittadini, sta creando un sistema di prevenzione contro le epidemie, come la graduale mitigazione del distanziamento sociale e la transizione verso un sistema di prevenzione nella vita quotidiana.
Malgrado si tratti di una sfida senza precedenti, il governo, tra le altre cose, continuerà a rafforzare la sua solidarietà con la comunità internazionale e a promuovere la cooperazione ed il sostegno reciproci al fine di rispondere congiuntamente alle sfide multilaterali previste dopo il superamento del Covid-19, mantenendo al contempo le interconnessioni essenziali con la comunità internazionale.

La Repubblica di Corea – così come Singapore e i territori di Hong Kong e Taiwan – non ha mai adottato provvedimenti di chiusura totale del Paese. Uffici e aziende, sebbene in condizioni di massima cautela, hanno continuato a lavorare. Questo, secondo gli esperti, limiterà i danni per l’economia nazionale, malgrado le fisiologiche perdite nell’export e nel turismo. Quali sono le stime di crescita del Governo per il 2020 e il 2021? Quali settori manifatturieri potrebbero soffrire di più?
Organizzazioni economiche come l’OCSE, l’FMI, l’OMC e l’UNCTAD prevedono che l’impatto del Covid-19 sull’economia globale porterà a risultati complessivi peggiori del previsto sia in termini di domanda che di offerta, e anche per quanto riguarda i finanziamenti. Inoltre, secondo l’FMI, i tassi di crescita economica globale nel 2020 e nel 2021 dovrebbero essere rispettivamente pari a -3,0% e +5,8%.
Poiché il Paese in cui la malattia infettiva si è sviluppata è molto vicino e molto attivo negli scambi con la Corea, la nostra economia e la vita delle persone hanno sofferto difficoltà senza precedenti a causa del Covid-19. Recentemente, la Banca di Corea ha osservato che la crescita dell’economia interna ha rallentato in modo significativo a causa della riduzione dei consumi, delle restrizioni al recupero degli investimenti negli impianti, dell’adeguamento degli investimenti nelle costruzioni e del declino delle esportazioni, dovuto all’effetto Covid-19, e che il tasso di crescita economica per il 2020 sarà significativamente inferiore alla previsione di febbraio (2,1%).
Nonostante la prospettiva indichi al momento che la recessione economica non potrà essere evitata, personalmente ritengo che gli sforzi della Corea per consolidare la sua capacità di rispondere alle malattie infettive attraverso la crisi MERS [Sindrome Respiratoria Mediorientale, ndr] del 2015 siano stati efficaci nelle prime fasi dell’emergenza Covid-19. Inoltre, ogni qualvolta una crisi ha colpito il nostro Paese, la Corea ha mostrato un enorme potenziale al resto del mondo. Quindi spero che anche questa volta supereremo la crisi attraverso gli sforzi dei vari settori dell’economia nazionale.

Come quarta economia asiatica e dodicesima al mondo, la Repubblica di Corea è uno dei mercati più importanti nella regione Asia-Pacifico. Questa crisi avrà comunque un forte impatto in tutta l’area, che entro l’anno avrebbe dovuto ratificare il mega-accordo commerciale previsto dal Partenariato Economico Regionale Globale (RCEP) tra i 15 Paesi aderenti. In Corea era inoltre prevista l’implementazione di importanti progetti infrastrutturali nel quadro della Nuova Politica Settentrionale e della Nuova Politica Meridionale, le strategie lanciate due anni fa dal Presidente Moon Jae-in. Quali sono i piani di rilancio economico che il Governo sta elaborando?
La Corea, come l’Italia, è fortemente dipendente dal commercio estero e dalle importazioni di beni intermedi in termini di catene globali del valore (GVC), quindi l’impatto economico del Covid-19 sarà grande.
Al fine di ridurre al minimo questo impatto sull’economia interna, il governo sta attuando una politica di sostegno per un totale di 100 miliardi di euro (132.000 miliardi di won coreani, KRW) ed una politica di fondo per il sostegno immediato nell’emergenza, per un totale di 7,6 miliardi di euro (10.000 miliardi di KRW). L’importo totale del sostegno supera il 7% del PIL del 2019.
Nel frattempo, considerando gli aspetti economici esterni, il governo, da un lato, continua i suoi sforzi per coordinare le politiche mirate a mantenere la catena di approvvigionamento globale e garantire che gli imprenditori si muovano oltre confine, mentre dall’altro lato intende promuovere costantemente scambi economici con i principali partner della comunità internazionale, compresi i Paesi legati alla Nuova Politica Settentrionale e alla Nuova Politica Meridionale, sostenendo al contempo la promozione delle esportazioni da parte delle imprese coreane.
Inoltre, considerando che le operazioni da remoto (Untact) stanno diventando sempre più comuni e l’economia digitale sta accelerando a seguito della pandemia, il nostro governo ha deciso di perseguire la politica del New Deal coreano, che guiderà la crescita economica e creerà posti di lavoro nell’era post-Covid, concentrandosi su tre ambiti: costruzione di infrastrutture digitali (avanzamento di reti come il 5G ed espansione delle infrastrutture legate all’intelligenza artificiale); promozione di industrie operanti da remoto; digitalizzazione del capitale fisso sociale (SOC).
Moody’s, pur mantenendo per la Corea un rating del credito nazionale a livello AA2 [dato al 6 aprile scorso, nda], sostiene che «l’economia coreana sta attraversando una crisi senza precedenti, ma recupererà il suo motore di crescita a medio termine». Pertanto proseguiranno gli sforzi a livello di governo affinché l’economia del nostro Paese possa tornare alla normalità prima possibile.

La grande capacità di risposta del sistema sanitario coreano all’emergenza Covid-19 potrebbe indubbiamente rappresentare un modello anche per l’Italia. La cooperazione può tuttavia estendersi anche alla sfera economica e commerciale per cercare di risollevare insieme due Paesi molto lontani ma colpiti con simile virulenza dal SARS-CoV-2. Esiste, al momento, un tavolo di coordinamento tecnico-scientifico tra Seoul e Roma? In quali settori economici ci sono maggiori margini di cooperazione per gli investimenti nelle due direzioni?
La Corea è una potenza tecnico-scientifica, dotata di tecnologie avanzate in vari campi come la scienza di base, l’intelligenza artificiale e il digitale, nonché in campo medico e sanitario. Dal canto suo, l’Italia ha vinto 12 premi Nobel per la scienza e gode di una reputazione di livello mondiale nell’industria delle tre “F”, ovvero fashion, food e furniture [moda, agroalimentare e arredo, ndr], delle tecnologie farmaceutiche, meccaniche e aerospaziali.
Nel 2007 è stato siglato un accordo scientifico e tecnologico tra i nostri due Paesi mentre si sono già svolti 11 comitati scientifici e tecnologici congiunti e 6 forum scientifici e tecnologici. Poiché la Corea e l’Italia hanno strutture economiche complementari ed un grande potenziale per la cooperazione scientifica e tecnologica, ritengo che gli effetti sinergici saranno elevati se si rafforzeranno gli scambi in questo campo.
Al vertice svoltosi durante la visita del Presidente Moon a Roma nel 2018, i leader dei due Paesi hanno concordato di cooperare strettamente in settori come la scienza di base, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), la robotica e l’energia. Attualmente ci sono 8 progetti congiunti tra le principali istituzioni scientifiche dei due Paesi nei settori delle ICT, delle nanotecnologie, delle biotecnologie, dell’ambiente e dell’ingegneria spaziale. Per questo credo che le prospettive di cooperazione bilaterale nel campo delle tecnologie innovative e all’avanguardia siano molto brillanti.




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