Vietnam. Ambasciatrice Nguyên: Nostre misure tempestive, economia resta dinamica

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Riparte il nostro viaggio virtuale nel mondo per capire come altre nazioni, al di fuori dell’Italia, hanno risposto all’emergenza Covid-19. Dopo aver intervistato gli Ambasciatori di Cina, Azerbaigian, Corea del Sud ed Eritrea, nonché la consulente iraniana Parnia Amani, Scenari Internazionali sbarca in Vietnam. Malgrado la vicinanza alla Cina, il Paese asiatico è stato appena lambito dal contagio registrando numeri bassissimi. Abbiamo contattato l’Ambasciatrice vietnamita in Italia Nguyên Thi Bich Huê per saperne di più.


A cura della Redazione


S.E. Nguyên, benvenuta su Scenari Internazionali. Il Vietnam è fin’ora, insieme a Laos e Myanmar, l’unico Paese del Sud-est asiatico fermo sotto i 1.000 contagi da Covid-19. L’ultimo bollettino ufficiale è fermo a quota 332 casi positivi, con zero decessi. Considerando la vicinanza geografica e/o il forte interscambio con i Paesi fin qui più colpiti dell’Asia Orientale – soprattutto Cina, Corea del Sud e Singapore – il dato appare ancora più sorprendente. Quale strategia di controllo ha adottato il Vostro governo?
Ringrazio cordialmente Scenari Internazionali per l’interesse mostrato verso il Vietnam. Ad oggi sono 53 giorni che in Vietnam non si registra più nessun nuovo caso autoctono di infezione, i nuovi positivi rilevati sono persone che tornano dall’estero con i voli che rimpatriano i cittadini bloccati a causa dell’emergenza. Queste persone sono state messe in quarantena subito al loro rientro. Il totale dei casi positivi attualmente è fermo a 332, di cui 316 guariti, 16 ancora in cura e nessun decesso.
Essendo un Paese con una grande economia aperta, un alto livello di integrazione e scambi internazionali, sin dall’inizio dell’epidemia nel mondo, il Governo vietnamita è stato subito consapevole dell’alto rischio di contagio. Il successo del Vietnam sta nella capacità di valutare adeguatamente i rischi ed agire tempestivamente, sulla base della consapevolezza delle sue limitate risorse, al fine di adottare misure appropriate, meno costose, con il coinvolgimento dell’intero corpo politico e sociale. Il Vietnam ha istituito un comitato direttivo nazionale, guidato da un vice primo ministro, con rappresentanti dei Ministeri competenti.
Il Governo del Vietnam considera la lotta contro l’epidemia come una vera e propria “lotta contro il nemico”, quindi ha monitorato attentamente la situazione e ha proposto soluzioni decise e tempestive. Le misure per prevenire l’epidemia ad un livello superiore rispetto alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono state attuate molto presto, non appena i primi due casi sono stati rilevati il 23 gennaio 2020. Le scuole sono state chiuse subito dopo le vacanze del Capodanno lunare (25 gennaio). Poco dopo, dall’inizio di febbraio, il Vietnam ha fermato tutti i voli da e verso i Paesi dove si stava sviluppando l’epidemia, ha disposto un isolamento concentrato di 14 giorni per le persone provenienti dall’estero e, alla fine di marzo, ha vietato l’ingresso ai cittadini stranieri, implementando rigorose misure di distanziamento sociale. Le esperienze e le lezioni apprese dal trattamento della SARS nel 2003 hanno aiutato molto il Vietnam.
Scoprire i contagiati, mettere le persone in isolamento concentrato e suddividere il territorio in zone sono tutti fattori che hanno impedito alla malattia di diffondersi. Lo slogan durante tutto il periodo di prevenzione dell’epidemia è stato: “Prevenire in modo proattivo, individuare in modo tempestivo, isolare tempestivamente, suddividere rigorosamente il territorio in zone, fermare l’epidemia in modo completo, curare in conformità con le condizioni economiche del Vietnam”. Il rilevamento, l’isolamento concentrato e la suddivisione in zone sono fattori molto importanti per prevenire la diffusione dell’epidemia. In particolare, il tracciamento dei contatti tra ciascun positivo (F0) e le persone con cui ha avuto contatti è stato molto dettagliato e preciso per procedere all’isolamento concentrato o domiciliare. In totale, quasi 200.000 persone sono state messe in isolamento ed il Governo ha garantito loro tutte le spese.
Un altro elemento cruciale che ha contributo al successo del Vietnam è il fatto di aver mobilitato tutto il sistema politico grazie ad un alto consenso nella società. Ogni cittadino del Vietnam, oltre ad essere consapevole dell’elevata necessità di prevenire l’epidemia, di indossare abitualmente mascherine di protezione e di eseguire le direttive del governo, ha anche contribuito con entusiasmo alla lotta contro l’epidemia, tramite metodi per aiutare ad individuare rapidamente casi sospetti e collaborare con le autorità, per suddividere in zone il territorio ed isolare gli ambienti sospetti.
Il Ministero della Sanità vietnamita ha avuto molto successo nel massimizzare l’efficacia delle moderne tecnologie di comunicazione come social network, siti web specializzati, hotline, telefoni cellulari ed applicazioni telefoniche per aggiornare le persone con tutte le informazioni e le raccomandazioni disponibili. La canzone Ghen Cô Vy è addirittura diventata virale in rete. Si può dire che il successo nella lotta contro il Covid-19 in Vietnam, fino a questo momento, è dovuto alle politiche e alle misure correttamente messe in campo dal Governo.

Sebbene mantengano ancora molta cautela per l’incertezza generale della situazione, parecchi esperti nel mondo tendono ad inserire il Vietnam tra i Paesi più virtuosi nella gestione dell’emergenza sanitaria, al pari di nazioni economicamente e tecnologicamente più avanzate come Singapore e Corea del Sud. In Occidente è un argomento ancora poco noto e non se ne sa molto. Eppure, anche il Vietnam sta facendo molti passi in avanti in campo scientifico e medico, anche attraverso l’applicazione delle nuove tecnologie digitali. Che livello di sviluppo ha raggiunto il settore sanitario vietnamita?
Recentemente, alcuni cittadini stranieri infettati dal Covid-19, al loro arrivo in Vietnam hanno ricevuto assistenza e cure efficaci, specialmente un pilota inglese, giunto nel nostro Paese in condizioni critiche ed attualmente ricoverato in fase di ripresa. Per quanto riguarda le cure, attualmente non c’è ancora né una cura specifica né un regime di trattamento, neanche dai dati diramati dall’OMS. Il sistema sanitario vietnamita ha fatto attivamente ricorso a farmaci e regimi di trattamento con un alto livello di successo, inclusi i regimi di trattamento applicati dal nostro Paese durante l’epidemia di SARS del 2003. Il Vietnam è stato anche molto rapido nella produzione di kit diagnostici per il nuovo coronavirus, ora esportati all’estero in alcuni Paesi.
Nonostante ci siano ancora molti limiti rispetto ai sistemi sanitari più avanzati del mondo, il settore medico vietnamita ha fatto molti significativi passi in avanti negli ultimi anni. Il Vietnam ha mostrato la sua eccellenza nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Abbiamo sradicato la poliomielite, ha controllato il tetano neonatale, la pertosse, la difterite e registriamo il più basso tasso di mortalità infantile tra tutti i Paesi in via di sviluppo. Il Vietnam ha anche controllato e prevenuto molte epidemie pericolose, in particolare ha sviluppato la capacità di monitorare, rilevare, diagnosticare le malattie e rispondere rapidamente ed efficacemente al loro insorgere. Molte epidemie pericolose sono state controllate e respinte, evitando che si trasformassero in grandi epidemie e che provocassero tanti morti. Non solo abbiamo contenuto epidemie a livello nazionale ma siamo stati uno dei primi Paesi a fermare con successo la diffusione di agenti patogeni quali SARS, influenza A/H5N1, influenza A/H1N1, oltre a prevenire una serie di epidemie pericolose emergenti come l’influenza A/H7N9, Ebola, MERS-CoV ed altre ancora. Il Vietnam ha anche maturato un’ottima capacità di monitoraggio nell’analisi di laboratorio, in grado di effettuare test su tutti i virus infettivi emergenti: MERS-CoV, Ebola, influenza A/H7N9, SARS-CoV-2 ecc. …
Il sistema di monitoraggio delle mallattie infettive opera efficacemente dalla supervisione della comunità alla supervisione nelle aree di confine e nei laboratori; la sorveglianza in aree anomale riguardanti fattori epidemiologici è stata segnalata e vagliata.
La rete sanitaria di base viene sviluppata a livello nazionale, svolge un ruolo molto importante nell’opera della medicina preventiva. Il Vietnam è considerato uno dei pochi Paesi dotati di una rete sanitaria completa, organizzata in tutto il territorio, ed è un modello di interesse per molti Paesi nel mondo. Attualmente ci sono più di 700 centri sanitari distrettuali, più di 11.100 presidi sanitari comunali, rionali e cittadini. Il 100% dei Comuni dispone di presidi sanitari o cliniche generali intercomunali; l’87,5% dei presidi sanitari comunali è composto da medici, di cui alcuni lavorano in modo fisso ed altri si alternano due o tre giorni a settimana; il 96% dei presidi sanitari comunali dispone di ostetriche e assistenti pediatrici. La rete sanitaria, sia a livello centrale che comunale, con oltre 1.400 ospedali, 180.000 posti letto, 120.000 visite ambulatoriali annuali, cura oltre 10 milioni di persone l’anno.
Per quanto riguarda la tecnologia avanzata, il Vietnam ha assunto sostanzialmente il controllo della tecnologia per la produzione di vaccini e per la ricerca autonoma sulla produzione di vaccini, come quello contro l’influenza stagionale. Ha inoltre applicato la biotecnologia alla selezione e alla diagnosi per rilevare rapidamente ed accuratamente gli agenti patogeni che causano epidemie come morbillo, febbre dengue ed afta epizootica, in modo che la malattia non si diffonda su larga scala. Sono state acquisite numerose tecniche mediche avanzate al punto che attualmente il Vietnam dispone di 15 strutture per il trapianto di cuore, rene, fegato, cornea, cellule staminali ematopoietiche e per il trattamento del feto. Ad ottobre 2019, due trapianti polmonari operati con successo hanno segnato una nuova impresa nel settore dei trapianti di organi.

In Vietnam, il lockdown non è stato prolungato come in altri Paesi del mondo ma, con il blocco dei voli dall’estero e di alcune attività industriali e commerciali tra fine marzo e fine aprile, ha avuto comunque un impatto economico molto pesante per un Paese altamente manifatturiero, votato all’export e all’attrazione di investimenti dall’estero. I dati relativi al periodo compreso tra gennaio e maggio di quest’anno indicano un calo degli IDE in Vietnam pari al 17% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Quali sono le strategie del Governo per rilanciare l’economia?
Sì, il distanziamento sociale in Vietnam è stato abbastanza breve, solo tre settimane rispetto ai circa due mesi stabiliti in Italia ed altri Paesi. Le misure di prevenzione dell’epidemia hanno impattato sulla produzione, sul commercio estero, sull’attrazione di investimenti esteri e sulla crescita economica. Il Vietnam non fa eccezione. Tuttavia possiamo umilmente dire che l’economia vietnamita ha dimostrato di essere “resiliente”. La crescita economica del primo trimestre è ancora al 3,8%, la più alta in Asia, tanto che la Banca Mondiale stima che il nostro Paese potrebbe raggiungere una crescita del 4,8% nel 2020, un dato abbastanza elevata nel contesto attuale.
Il commercio estero (import-export) del Vietnam nei primi 5 mesi dell’anno è diminuito solo dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2019. Gli investimenti esteri in Vietnam sono diminuiti, ma nei primi 4 mesi il Vietnam ha attratto comunque 12 miliardi di dollari.
Per rilanciare l’economia, oltre al pacchetto Solidarietà e Condivisione, che mette in campo 62.000 miliardi di đồng vietnamiti [2,35 miliardi di euro, ndr], destinato ad oltre 20 milioni di persone più vulnerabili, sono stati approvati molti provvedimenti di supporto essenziali come la riduzione del prezzo dell’elettricità per 12.000 miliardi di đồng, sconti sulle tariffe delle telecomunicazioni per 15.000 miliardi di đồng e sui costi idrici per 10.000 miliardi di đồng.
Il governo sta intraprendendo azioni drastiche per ripristinare la produzione con un obiettivo di crescita del 5% e per contenere l’inflazione al di sotto del 4% quest’anno, concentrandosi su cinque priorità principali: 1) Attrarre investimenti delle imprese nazionali, in particolare nel settore privato; 2) Attrarre investimenti esteri; 3) Promuovere l’esportazione; 4) Promuovere gli investimenti pubblici; 5) Incoraggiare i consumi interni. Muovendo in questa direzione sono state approvate misure specifiche a sostegno delle imprese, in particolare quelle piccole e medie, come la riduzione delle tasse, l’estensione delle scadenze per gli oneri fiscali e amministrativi, in particolare per i settori più colpiti, quali trasporti, turismo e ricettività, dando priorità ai progetti che hanno effetti su larga scala, modificando alcune politiche di investimento, tra cui l’aumento degli investimenti pubblici.
L’epidemia sta cambiando le catene di collegamento, le catene di approvvigionamento globali e le stesse imprese, non solo in Vietnam. Si stanno concentrando maggiormente sul mercato interno per le forniture e nei settori con tanta potenzialità, come l’economia digitale, la trasformazione digitale, le attrezzature per i servizi sanitari ed altri ancora. Ministeri, organi ed autorità locali sono scesi in campo per risolvere difficoltà ed ostacoli per le imprese in tutti i settori. Il Ministero delle Finanze propone politiche in materia fiscale e tributaria; la Banca Centrale propone soluzioni in materia monetaria e creditizia, agendo sui tassi di interesse a supporto delle imprese; il Ministero del Lavoro, degli Invalidi di Guerra e degli Affari Sociali offre soluzioni a sostegno di persone, lavoratori e datori di lavoro in difficoltà; il Governo, in generale, si concentra sull’avanzamento della riforma delle procedure amministrative, sul miglioramento dell’ecosistema per le imprese, sulla fornitura di servizi pubblici digitali (attualmente abbiamo 235 servizi pubblici on-line per le imprese).
In una fase in cui la situazione dell’epidemia da Covid-19 è ancora molto complicata in tanti Paesi nel mondo, aver controllato bene l’epidemia ha creato un grande vantaggio per il Vietnam consentendoci di compiere un passo in avanti nel processo di ripartenza economica e rilancio sulla scenario internazionale. A partire dal 7 maggio, il Vietnam ha riaperto le sue porte al trasporto merci. Anche il turismo interno sta gradualmente riprendendo.
La buona notizia per le imprese vietnamite ed europee, comprese quelle italiane, è che l’8 giugno 2020, l’Assemblea Nazionale del Vietnam ha ratificato l’Accordo di Libero Scambio tra Vietnam e Unione Europea (EVFTA) e l’Accordo sulla Protezione degli Investimenti (IPA). L’EVFTA è stato ratificato dal Parlamento Europeo il 12 febbraio 2020. Pertanto, dal primo agosto 2020 entrerà in vigore immediatamente: l’UE rimuoverà più dell’85% delle linee tariffarie, riguardanti il 70% delle esportazioni vietnamite verso l’UE, mentre il Vietnam rimuoverà il 48% delle linee tariffarie, riguardanti oltre il 64% delle esportazioni UE verso il Vietnam. Si prevede che l’accordo imprimerà un enorme impulso per il commercio e la crescita economica del Vietnam, aiutandoci a far ripartire l’economia nel periodo post-Covid-19. L’attuazione dell’EVFTA, dunque, è anche una grande priorità del nostro Governo. L’EVFTA, insieme all’IPA, rappresenta un’opportunità per le imprese di esplorare le possibilità di cooperazione in materia di investimenti reciproci.

Oltre la manifattura, uno dei settori maggiormente penalizzati da questa emergenza sanitaria è senza dubbio il turismo, comparto su cui Hanoi sta puntando moltissimo negli ultimi anni. Basti soltanto osservare che tra il 2010 e il 2018, il numero degli arrivi in Vietnam è più che triplicato, passando da 5 ad oltre 15 milioni di unità, per un giro di entrate di 620.000 miliardi di đồng, pari a circa 23,5 miliardi di euro. Il settore riuscirà a superare gli effetti disastrosi causati dal blocco della mobilità internazionale?
Il turismo occupa un ruolo importante per l’economia del Vietnam, generando oltre il 9% del PIL e 4,5 milioni di posti di lavoro. Per garantire sia la ripresa economica che la prevenzione dell’epidemia, il Vietnam sta dando priorità alla promozione del turismo interno, preparando le condizioni per aprire gradualmente al turismo internazionale quando le condizioni lo consentiranno. Pertanto, il Governo sta cercando di riaprire il settore dei servizi, dal trasporto aereo agli hotel, dai ristoranti alle aree di intrattenimento, nel contesto di una strategia generale per far ripartire l’economia ora e dopo la pandemia di Covid-19. Il Ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo ha lanciato il programma I Vietnamiti viaggiano in Vietnam. Dal 23 aprile 2020 sono stati riaperti voli nazionali, servizi di autobus, treni, ristoranti e negozi al dettaglio. Se nel 2019 il Vietnam ha accolto 18 milioni di turisti internazionali, inclusi circa 70.000 visitatori dall’Italia, l’industria del turismo vietnamita ha fornito servizi ad 85 milioni di turisti interni, pari all’80% del numero di turisti. La classe media in crescita in Vietnam è una risorsa importante per il settore.
La riapertura al turismo internazionale avverrà gradualmente, in base alla situazione dell’epidemia negli altri Paesi nel mondo. Il Vietnam offrirà soluzioni sicure, concorderà gli itinerari, assicurerà che l’accoglienza dei visitatori stranieri si esprima in modo sicuro.
In particolare, il Governo vietnamita ha appena esteso l’elenco degli 80 Paesi i cui cittadini possono viaggiare in Vietnam tramite visto elettronico, con effetto dal primo luglio prossimo. L’ampliamento di questo elenco mostra la determinazione del nostro Governo nell’implementazione di riforme amministrative in materia di visti, creando condizioni favorevoli per gli stranieri che vogliono venire in Vietnam per attrarre investimenti e promuovere lo sviluppo del turismo, un settore strategico per la nostra economia. Forte del 24° posto su 141 Paesi nell’indice globale del potenziale turistico, assieme al vantaggio di aver controllato con successo l’emergenza Covid-19, con l’apprezzamento dei Paesi di tutto il mondo, il settore turistico del Vietnam tornerà a decollare.

Le relazioni tra Vietnam e Italia si sono fortemente consolidate nel corso degli ultimi dieci anni grazie ad una serie di accordi capaci di costruire un partenariato strategico, rafforzato da numerosi vertici bilaterali, da ultimo quello di Hanoi del giugno 2019, quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte incontrò, tra gli altri, il suo omologo vietnamita Nguyễn Xuân Phúc. Hanoi e Roma possono uscire insieme da questa crisi? Quali settori in particolare potrebbero giocare un ruolo cruciale per sostenere le economie dei nostri due Paesi nella fase di ripresa?
Vietnam e Italia sono partner strategici dal 2013. Il carattere “strategico” viene dimostrato in tutti i campi, dalla politica all’economia, dalla cultura agli scambi interpersonali ed altro ancora. Soprattutto riguardo gli scambi commerciali, l’Italia è il quarto partner del Vietnam tra i Paesi UE mentre il Vietnam è il maggior partner commerciale dell’Italia tra i Paesi ASEAN, con un giro d’affari pari a quasi 5,4 miliardi di dollari nel 2019, in crescita rispetto ai 4,6 miliardi del 2018. Lo scambio commerciale mostra una buona complementarità tra le due economie ed è sostenuto dai più alti livelli istituzionali, dal crescente interesse che le imprese dei due Paesi mostrano le une per le altre, dai numerosi meccanismi di cooperazione e da istituzioni come il Comitato misto di Cooperazione Economica, che ha fin’ora svolto cinque sessioni, la Camera di Commercio Italo-Vietnamita e così via.
I nostri due Paesi hanno realizzato molti progetti di cooperazione ed investimenti di successo nei settori energetico, farmaceutico, biomedicale, calzaturiero e tessile. Negli ultimi mesi, nel contesto della chiusura dei rispettivi confini nazionali, le due parti hanno lavorato strettamente per creare le condizioni affinché tecnici italiani possano presto tornare in Vietnam e ripristinare la produzione di grandi progetti di cooperazione in campo energetico, edilizio e meccanico.
Entrambi i Paesi stanno entrando nella rispettiva fase di ripresa economica e la migliore notizia è che negli ultimi giorni l’accordo EVFTA è stato ratificato sia dal Vietnam che dall’UE, come ho ricordato prima. Nei prossimi cinque anni, l’EVFTA genererà un incremento delle esportazioni vietnamite verso l’UE pari al 42% e delle esportazioni UE verso il Vietnam pari al 33%. Questo significa aumentare il PIL e creare nuovi posti di lavoro. In quanto principali partner commerciali, le imprese dei due Paesi in particolare, e dell’UE in generale, trarranno enormi vantaggi da questo accordo. Attualmente ci sono più di 4.000 imprese italiane che esportano beni in Vietnam, comprese merci esenti da dazi (70% dell’elenco dei prodotti chimici, 70% dell’elenco di materiali e prodotti farmaceutici) o che gradualmente godranno della riduzione dei dazi come ad esempio le componenti auto, i vini, il parmigiano e molti altri prodotti agroalimentari, punti di forza delle esportazioni italiane, che saranno anche protetti ai sensi dell’accordo.
Produzioni specifiche in cui le due parti possono promuovere un ulteriore sviluppo in futuro sono la telefonia, la componentistica, le calzature, il tessili, il biomedicale, la farmaceutica, i macchinari e pezzi di ricambio, i mobili, la pesca, i prodotti agricoli. Tra le nostre esportazioni tipiche spiccano tè, caffè, cannella, anice stellato, frutta tropicale, verdura, riso, pepe, anacardi ed altro ancora.
Oltre all’EVFTA con l’UE, e dunque anche con l’Italia, il Vietnam è uno dei Paesi economicamente più aperti al mondo per effetto di quasi 20 accordi di libero scambio (FTA), tra cui il Partenariato Trans-Pacifico Progressivo Globale (CPTPP). Le imprese italiane che investono in Vietnam beneficiano non solo di un mercato nazionale di quasi 100 milioni di persone, ma anche dell’intero mercato ASEAN, che conta oltre 600 milioni di abitanti, ed altri grandi mercati con cui il Vietnam ha stipulato accordi di libero scambio.
Questo è il punto di maggior forza del Vietnam rispetto alla gran parte degli altri Paesi ASEAN. Nell’immediato futuro, al fine di far ripartire l’economia e riavviare gli scambi commerciali, le autorità competenti dei due Paesi stanno lavorando fianco a fianco per rinnovare e riavviare i meccanismi di cooperazione, attuare congiuntamente l’EVFTA nel modo più efficace e sfruttarne pienamente i vantaggi. Siamo fiduciosi che il Parlamento italiano approverà presto l’EVIPA per facilitare reciprocamente gli investimenti nelle due direzioni.
L’Ambasciata vietnamita in Italia è sempre un ponte per il commercio e il collegamento delle attività commerciali tra le imprese dei due Paesi, accompagnando le attività delle imprese italiane e vietnamite, fornendo loro informazioni e facilitando le procedure. Le aziende interessate ai mercati del Vietnam e dell’Italia possono contattare l’Ambasciata del Vietnam (Ufficio Commerciale) in Via Po n. 22, app. 16 – 00198, Roma. Oppure contattando l’indirizzo e-mail: it@moit.gov.vn




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