Giappone. Ambasciatore Oe: Cittadini responsabili, priorità a occupazione e continuità aziendale

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Ricomincia, a distanza di qualche settimana per l’uscita del nuovo numero Il mondo all’anno zero, il nostro viaggio virtuale nel mondo per capire come altre nazioni, al di fuori dell’Italia, hanno risposto all’emergenza Covid-19. Dopo aver intervistato gli Ambasciatori di Cina, Azerbaigian, Corea del Sud, Eritrea e Vietnam, nonché la consulente iraniana Parnia Amani, Scenari Internazionali “atterra” in Giappone, tra i primissimi Paesi colpiti dal nuovo coronavirus, al di fuori della Cina. Abbiamo contattato l’Ambasciatore giapponese in Italia Hiroshi Oe per capire come Tokyo ha affrontato l’emergenza sanitaria e quali misure il governo Abe sta mettendo in campo per rilanciare l’economia.


A cura della Redazione


S.E. Hiroshi Oe, benvenuto su Scenari Internazionali. Dopo che il SARS-CoV-2 è stato per la prima volta identificato a Wuhan, il Giappone si è trovato tra i primissimi Paesi ad affrontare l’epidemia. Il primo caso è stato un residente della Prefettura di Kanagawa, tornato proprio dalla metropoli della Cina centrale a metà gennaio, seguito da altri casi in tutto il Paese, prevalentemente legati a viaggi in Europa o negli Stati Uniti. Il 3 febbraio, poi, la nave da crociera Diamond Princess è giunta al Porto di Yokohama, dove è stata posta in quarantena dal governo giapponese tra le critiche. Più di cinque mesi dopo, i dati confermano che il Giappone è stato uno dei Paesi più capaci nel contenimento e nel monitoraggio dell’epidemia. Qual è il segreto del Vostro successo?
Credo si possa ritenere che il principale motivo che ha permesso al Giappone di contenere la prima ondata del nuovo coronavirus sia stato la collaborazione spontanea dei cittadini. Nel nostro Paese, a differenza dell’Italia e degli altri Paesi occidentali, non è possibile prendere misure restrittive coercitive, quali il divieto di uscire di casa o la sospensione delle attività. Ci si è pertanto limitati a rivolgere un “appello” ai cittadini e alle aziende. Si può dunque affermare che, grazie alla collaborazione a tutto campo da parte della popolazione, che ha saputo comprendere la gravità di una crisi sanitaria senza precedenti, si è riusciti a ridurre al minimo le occasioni di contagio e ad evitarne la propagazione.
Tra i fattori che hanno ampiamente contribuito al contenimento del nuovo coronavirus, inoltre, è da annoverare anche l’abitudine da parte di molti, già presente in Giappone, di indossare la mascherina come misura preventiva per il raffreddore, l’influenza o l’allergia ai pollini, che si manifesta a partire da gennaio. D’altronde, non si può non considerare la possibilità che anche i Paesi che al momento sono riusciti a contenere la prima ondata del nuovo coronavirus nel prossimo autunno-inverno vengano colpiti da una seconda ondata. Per condividere le esperienze di ciascun Paese, permettendo a tutti di metterle a frutto, diverrà ancor più importante una sinergia a livello globale, e anche il Giappone intende contribuire attivamente in tal senso.

Questa pandemia sta colpendo l’economia mondiale, peggiorando una situazione già instabile a causa della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, della Brexit e della volatilità del prezzo del petrolio. Quale terza economia mondiale, il Giappone è un attore fondamentale nella costruzione degli equilibri internazionali e nella stabilizzazione dei fondamentali macroeconomici globali. Lo scorso 6 aprile, il primo ministro Abe Shinzo ha annunciato un pacchetto di stimolo del valore di 108.000 miliardi di yen (882,23 miliardi di euro), ovvero il 20% del PIL nazionale, una «misura senza precedenti» come egli stesso l’ha definita. Come sarà usata questa liquidità? Quali settori ne trarranno maggiori benefici?
Durante l’emergenza Covid-19, i privati cittadini e le aziende hanno subito danni economici a tutti i livelli. In quest’ottica, il governo giapponese, dando priorità alla garanzia della sussistenza e dell’occupazione dei cittadini e alla continuazione delle attività imprenditoriali, ha previsto le attuali misure economiche di emergenza, offrendo un supporto fattivo. Ne sono esempi concreti, contributi in contanti in favore di piccole e medie imprese e ditte individuali che hanno registrato una diminuzione degli utili, finanziamenti senza interessi né garanzie erogati tramite istituzioni finanziarie pubbliche e private, e contributi in denaro pari a 100.000 yen pro-capite per tutti i cittadini.
Per quanto concerne il settore turistico, particolarmente colpito, è in programma una campagna di promozione del turismo interno, che si esplica nell’erogazione di sovvenzioni in favore dei viaggiatori. In aggiunta, i provvedimenti di emergenza previsti comprendono misure di contenimento del contagio, di potenziamento del sistema sanitario e di sostegno allo sviluppo di farmaci terapeutici, come la fornitura di mascherine alle strutture ospedaliere, il supporto alla produzione di dispositivi quali mascherine e respiratori artificiali, la distribuzione di mascherine a tutti i nuclei familiari o l’implementazione di ricerche volte allo sviluppo di un vaccino.

Senza dubbio, l’effetto più pesante del virus è stato la sofferta decisione di posticipare i Giochi Olimpici al 2021. Si è trattato del primo rinvio nei 124 anni di questo evento sportivo di antica derivazione, per il quale il Giappone aveva considerevolmente investito in infrastrutture e turismo durante gli ultimi anni. Tutto ciò avrà un impatto sul sistema Paese oppure non cambierà niente?
Prima della decisione di rinviare i Giochi a causa della pandemia, fervevano i preparativi in vista della realizzazione di una celebrazione all’altezza del più grande evento sportivo mondiale del 2020. Tuttavia, il nuovo coronavirus ha cambiato il mondo e, con esso, l’ordine delle priorità. I Giochi Olimpici e Paralimpici vengono rinviati per la prima volta nella storia, e le conseguenze del virus sulla società e sull’economia fanno emergere nuove sfide per l’organizzazione. Riteniamo che, per il successo dei Giochi, sia necessario che tutti i soggetti coinvolti procedano come una sola squadra, con tutta la loro creatività, flessibilità e determinazione, dando vita ad una collaborazione senza precedenti. È inoltre nostra intenzione continuare a tenere in grande considerazione quanto è essenziale per la realizzazione delle gare stesse, e di beneficio alle città e al Paese che le ospitano.
Allo stesso tempo, l’attuale contingenza a livello globale diviene l’occasione per offrire una grande opportunità di coesione e solidarietà per il Giappone, per il Movimento Olimpico e per il mondo intero. In quest’ottica, il Comitato Organizzativo di Tokyo 2020 ha stabilito di portare avanti i preparativi sulla base di tre principi fondamentali: dare massima priorità alla garanzia di un contesto sicuro ed affidabile per gli atleti, gli spettatori, gli addetti ai lavori, i volontari e lo staff; contenere quanto più possibile i costi derivanti dal rinvio dei Giochi, ottenendo al riguardo la comprensione e l’appoggio da parte dei cittadini e della popolazione del luogo; semplificare le gare per renderle sicure e sostenibili.

Dopo i Giochi Olimpici posticipati al 2021, Osaka ospiterà il prossimo Expo nel 2025. Sarà un’altra occasione non solo per mostrare al mondo la consueta efficienza e le capacità di organizzazione giapponesi ma anche per introdurre la strategia nazionale Society 5.0, un progetto focalizzato sulla sostenibilità che Sadayuki Sakakibara, presidente del Comitato Japan World Expo 2025, ha ritenuto «mirato a realizzare un futuro dove la vita delle persone e la società saranno ottimizzate dalla piena applicazione di tecnologie innovative quali Internet of Things (IoT), intelligenza artificiale (AI), robot e Big Data». Ritene che questa pandemia, oltre l’emergenza e i problemi creati, potrà accelerare il processo di innovazione?
Per far fronte a questa crisi sanitaria senza precedenti, causata dal nuovo coronavirus, il processo di innovazione dovrebbe essere accelerato. Anzi, le difficoltà che ci troviamo ad affrontare possono divenire l’opportunità per rivedere a tutto campo il sistema, i prodotti, le organizzazioni e i metodi convenzionali. Un’affiliata americana di un’azienda giapponese, ad esempio, ha sviluppato un metodo per rendere di gran lunga più efficaci i test PCR, facendo poi richiesta al governo statunitense di autorizzazione rapida per l’uso. A quanto pare, se venisse utilizzato, sarebbe possibile effettuare un massimo di 5.000 test in due ore, aumentando così di 10 volte l’efficacia rispetto ai principali test correntemente in uso. Per la diagnosi, finora la prima fase è stata la visita medica ma, in futuro, il primo passaggio potrebbe divenire un consulto medico on-line.
È ipotizzabile, infatti, che entrerà nella pratica comune la tendenza a recarsi fisicamente presso una struttura sanitaria solo quando un consulto on-line risulti inefficace, o quando sia strettamente necessario. Con ogni probabilità, per i consulti e le diagnosi on-line, troverà ulteriori applicazioni l’intelligenza artificiale. Citando, invece, un ambito vicino a tutti noi, molte aziende giapponesi stanno sviluppando nuovi materiali e metodi di produzione per realizzare mascherine estremamente funzionali, comode da indossare anche in estate, dando così vita a numerosi prodotti di nuova generazione.

Giappone e Italia hanno una lunga storia di relazioni e rapporti amichevoli. In seguito all’entrata in vigore dell’Accordo di Partenariato Economico UE-Giappone (EUJEPA) nel febbraio 2019, il commercio bilaterale ha segnato una crescita notevole mostrando un dinamico scambio di beni e servizi. Il Giappone è inoltre un importante partner nella RCEP, il mega-accordo commerciale della regione Asia-Pacifico tra 15 importanti economie asiatiche ed oceaniche, evidenziando come Tokyo creda fortemente nel multilateralismo e nel dialogo. Come vede il Giappone nello scenario globale emergente del XXI secolo?
In uno scenario in cui divengono più rapidi e diversificati i mutamenti degli equilibri di potere in seno alla comunità internazionale, nessun Paese è ormai in grado di garantire da solo la propria pace e sicurezza. In tale contesto, il Giappone, da una prospettiva di “pacifismo proattivo”, e perseguendo il rafforzamento di un ordine internazionale basato sullo “stato di diritto”, contribuirà in misura ancor maggiore alla pace e alla stabilità regionale e della comunità internazionale.
In tal senso, il concetto di un “Indo-Pacifico libero e aperto” si sta ora espandendo, dall’America all’Australia, fino all’India e, ancora, all’AESAN e all’Europa. Proteggere un “ordine marittimo libero e aperto”, fondato sullo “stato di diritto”, come “bene pubblico”, che rechi pace e prosperità a tutti i Paesi e le persone, senza distinzioni: per portare a compimento questa missione uniremo le forze con i Paesi che condividono i medesimi intenti ed offriremo il nostro contributo per il consolidamento di varie cornici di cooperazione a livello regionale.
Inoltre, sul piano economico, il Giappone si adopererà ancor più alacremente per una diplomazia economica che lo veda porsi alla guida per dar vita a nuove regole comuni. Proprio in un momento come quello attuale, in cui prendono piede tendenze protezionistiche, è importante che il nostro Paese, per promuovere il libero scambio, contribuisca all’ampliamento di zone economiche libere ed eque. Il Giappone ha fortemente promosso accordi di partenariato economico quali il TPP11, l’EPA tra Giappone ed Unione Europea o l’Accordo Commerciale tra Giappone e Stati Uniti.
Anche per quanto concerne il Partenariato Economico Regionale Globale (RCEP – Regional Comprehensive Economic Partnership), l’obiettivo è la firma entro l’anno in corso. In vista della presidenza italiana del G20, a partire da dicembre, diviene una tematica importante la costante attuazione e diffusione dell’iniziativa lanciata in occasione del Vertice di Osaka: i “Principi del G20 per investimenti in infrastrutture di alta qualità”, la “Osaka Blue Ocean vision”, i “Principi del G20 sull’IA”. Proprio in vista dell’affermazione e della realizzazione di tali visioni e di tali principi, che precorrono i tempi, in sinergia con la presidenza italiana, il Giappone intende mostrare capacità di guida a livello internazionale.
Infine, le relazioni tra Giappone e Italia. Oltre 150 anni sono trascorsi dall’instaurazione delle relazioni diplomatiche bilaterali che, seppur geograficamente lontani, hanno molto in comune, dalla predisposizione d’animo a far tesoro della tradizione alla cultura gastronomica, sino alla predilezione per la manifattura. Recentemente, si è accresciuto inoltre l’interesse degli italiani per aspetti quali la cucina giapponese, gli anime o le arti marziali, mentre il numero dei visitatori che dall’Italia si recano in Giappone è raddoppiato negli ultimi cinque anni, stabilendo nel 2019 il nuovo massimo storico di 160.000 persone. A causa delle misure di contenimento attualmente in atto, non è al momento possibile recarsi in Giappone ma auspichiamo che, una volta che esse verranno allentate, torniate a visitare il nostro Paese.
Come Ambasciata, intendiamo adoperarci per ampliare ulteriormente la reciproca comprensione e il terreno d’interscambio tra i cittadini dei due Paesi e continuare a promuovere, sul piano politico, lo scambio di visite ad alto livello. Sul fronte economico, sullo sfondo di una comunanza di valori, quali eccellenza tecnica, alta qualità, e predilezione per la perizia artigianale, gli investimenti dal Giappone verso l’Italia divengono progressivamente più consistenti. L’Ambasciata si propone, dunque, di adoperarsi per rafforzare le relazioni economiche tra i due Paesi, compreso l’ambito imprenditoriale e infrastrutturale.




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