Azerbaigian. La Settimana dell’Energia di Baku definisce le tendenze globali

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Pochi giorni fa si è svolta a Baku, in Azerbaigian, la Settimana dell’Energia, un appuntamento classico ma che quest’anno rientra a pieno titolo nel novero degli eventi preparatori in vista della COP29 di novembre, in programma proprio nella capitale del Paese caucasico. L’Azerbaigian sta promuovendo una serie di grandi progetti nell’ambito della diversificazione e della transizione energetica, sviluppando al contempo il suo ruolo di fornitore strategico di gas naturale per Mediterraneo e Balcani. Proponiamo qui di seguito la versione tradotta in lingua italiana di un report-analisi a cura di Temida Selikova per l’Istituto Caspico di Studi Strategici (KISI).

di Temida Selikova
[Istituto Caspico di Studi Strategici – KISI]



Dal 4 al 6 giugno di quest’anno, la capitale azera ha ospitato la tradizionale Settimana dell’Energia, da tempo parte integrante della vita commerciale dell’Azerbaigian e il più grande evento dell’intera regione del Mar Caspio. Ancora una volta, i rappresentanti delle principali compagnie energetiche del mondo, ospiti di alto livello, funzionari governativi, esperti internazionali ed analisti sono giunti a Baku per discutere e trovare soluzioni comuni in tema di sicurezza energetica. L’attenzione principale dei partecipanti alle numerose discussioni nell’ambito dell’evento è stata rivolta alle questioni climatiche e ai vari temi dell’agenda “verde”.


L’Azerbaigian si prepara al vertice mondiale sul clima

Nell’ambito della Settimana dell’Energia di Baku, il Baku Expo Centre ha ospitato la 29ª Mostra Internazionale del Petrolio e del Gas del Caspio, la 12ª Mostra Internazionale dell’Energia e dell’Energia Verde del Caspio – Caspian Power e il 29° Forum sull’Energia di Baku. Questi eventi sono ufficialmente sostenuti dal Ministero dell’Energia dell’Azerbaigian e dalla compagnia petrolifera statale SOCAR.

Il programma della Settimana dell’Energia di Baku ha affrontato questioni energetiche importanti non solo per l’Azerbaigian, ma anche per l’intera comunità globale. I principali punti all’ordine del giorno riguardavano il problema del riscaldamento globale e le relative minacce, i modi per prevenirle, la considerazione e il finanziamento dei progetti di sicurezza energetica e la transizione energetica [1].

Questi temi attuali e importanti per la civiltà moderna sono stati discussi in varie sessioni di panel, tra cui una sessione speciale dal titolo Empowering the Green Agenda: Strategies for Green Planet Progress and PRA29.

Come noto, nel novembre 2024, l’Azerbaigian ospiterà uno dei più grandi e prestigiosi eventi al mondo: la 29ª sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP29). La decisione è stata adottata all’unanimità durante la riunione plenaria della COP28 di Dubai nel dicembre 2023. A seguito di ciò, il 2024 è stato dichiarato “Anno della solidarietà per un mondo verde” nella Repubblica dell’Azerbaigian.

La Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici si tiene ogni anno per valutare il lavoro svolto nell’ultimo periodo per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni nocive nell’atmosfera e per evitare che la temperatura media del pianeta aumenti di oltre 1,5 gradi Celsius nel XXI secolo rispetto ai livelli preindustriali [tale decisione, volta a combattere il riscaldamento globale, è stata adottata nel 2015 da 196 Paesi nel mondo nell’ambito dell’Accordo sul Clima di Parigi]. I partecipanti alla conferenza fissano ogni volta nuovi obiettivi per raggiungere la neutralità climatica, oltre a discutere le modalità di transizione verso tecnologie ed economia “verdi”.

La scelta dell’Azerbaigian come Paese ospitante della COP29 è vista come un segno della fiducia della comunità mondiale nella politica dell’Azerbaigian e nelle misure che mette in atto per affrontare le questioni climatiche, nonostante il fatto che l’Azerbaigian rappresenti solo lo 0,15% delle emissioni globali di CO2. Come molti altri Paesi, anche l’Azerbaigian sta affrontando le conseguenze del riscaldamento globale. In particolare, il riferimento è all’abbassamento del Mar Caspio e alla desertificazione.

Nell’ambito della lotta al cambiamento climatico, l’Azerbaigian si è impegnato a ridurre le proprie emissioni di gas serra del 35% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 ed entro il 2050 a portare questa cifra al 40%.

Parlando di esempi specifici dell’Azerbaigian nella sfera dell’attenzione all’ambiente, una delle priorità nel processo di rigenerazione e ricostruzione dei territori liberati dall’occupazione armena è quella di restituire “polmoni verdi” all’ecosistema e proteggere l’ambiente. Entro il 2050, le autorità azere intendono trasformare le regioni economiche del Karabakh e dello Zangezur Orientale in una zona ad emissioni nette zero.

Mukhtar Babayev, ministro dell’Ecologia della Repubblica dell’Azerbaigian e presidente della COP29, ha dichiarato che nell’ambito della Presidenza e dello svolgimento della COP29 il Paese dimostrerà un’attività continua per rafforzare la solidarietà globale sulle questioni relative al cambiamento climatico. Va inoltre sottolineato che l’Azerbaigian svolge un ruolo di ponte tra i Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo.

Nel suo discorso alla cerimonia di apertura della Settimana dell’Energia di Baku, il presidente Ilham Aliyev ha affermato che l’Azerbaigian, in quanto Paese ospitante della COP29, è ben consapevole dei vantaggi e delle difficoltà associate a questo compito di responsabilità. E non solo per quanto riguarda tutte le questioni organizzative, ma anche per il raggiungimento di risultati concreti.

Va sottolineato che l’Azerbaigian ha una vasta esperienza nell’organizzazione di importanti forum e conferenze internazionali ma è la prima volta che si tiene un evento di tale portata come questo. Così, nel giro di due settimane, Baku diventerà il centro del mondo, riunendo i rappresentanti di quasi 200 Paesi per cercare insieme soluzioni finalizzate a combattere il cambiamento climatico.

In preparazione alla Conferenza Internazionale sul Clima, il team della Presidenza della COP29 sta lavorando intensamente con diversi gruppi negoziali, tra cui il gruppo negoziale dei Piccoli Stati insulari in via di sviluppo. Questi ultimi sono classificati come Paesi particolarmente sensibili agli effetti negativi del cambiamento climatico [2].

Inoltre, durante la Conferenza sul Clima di Bonn, che ha coinciso con la Settimana dell’Energia di Baku, Mukhtar Babayev ha incontrato la Task Force delle Nazioni Unite, i rappresentanti dell’Ufficio delle Nazioni Unite in Azerbaigian, della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite e del Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite per discutere degli sforzi coordinati mirati a promuovere l’azione globale sui cambiamenti climatici.

Orkhan Zeynalov, viceministro dell’Energia dell’Azerbaigian, ha ricordato al Forum sull’Energia di Baku che la COP28 tenutasi a Dubai ha presentato agli Stati membri delle Nazioni Unite strumenti per eliminare gradualmente i combustibili fossili, ridurre le emissioni di gas serra e sviluppare l’industria dell’idrogeno [3].

L’argomento principale della prossima COP29, come sappiamo, sarà la finanza per il clima. Al termine dell’evento sono attesi risultati su questioni quali l’esame dei rapporti nazionali sul livello di contributo nazionale (NDC 3.0) alla riduzione delle emissioni di gas serra. Inoltre, si prevede di concordare un nuovo obiettivo quantitativo collettivo (NCQG) relativo ai finanziamenti per il clima (importo, condizioni, base dei donatori e ammissibilità) e di finalizzare gli accordi sull’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi.


Il settore dell’energia verde riceverà un forte impulso allo sviluppo

È noto che una delle misure per combattere il cambiamento climatico è la decarbonizzazione dell’economia e l’aumento della quota di fonti energetiche rinnovabili (FER) nella produzione totale di elettricità di ogni singolo Paese.

L’Azerbaigian ha un ricco potenziale nel campo delle FER. Secondo il Ministero dell’Energia della Repubblica dell’Azerbaigian, il potenziale tecnico delle fonti energetiche rinnovabili del Paese è di 135 GW sulla terraferma e di 157 GW nel Mar Caspio. Il potenziale economico delle FER è di 27 GW, di cui 3.000 MW di energia eolica, 23.000 MW di energia solare e 380 MW di potenziale bioenergetico. Il potenziale dei fiumi di montagna è stimato in 520 MW.

Un grande potenziale di energia da fonti rinnovabili è concentrato nei territori liberati – regioni economiche del Karabakh e dello Zangezur Orientale – e nella Repubblica Autonoma di Nakhchivan, che la leadership azera ha dichiarato zona ad energia verde.

La Strategia Nazionale di Sviluppo Socio-Economico dell’Azerbaigian fino al 2030 prevede un aumento della quota di fonti energetiche alternative nel bilancio energetico totale del Paese dal 17% al 24% nel 2025, e fino al 30% nel 2030. Tuttavia, secondo le previsioni del Ministero dell’Energia della Repubblica dell’Azerbaigian, c’è la possibilità di raggiungere la cifra del 33% entro il 2027.

Negli ultimi anni, il settore delle fonti energetiche rinnovabili sta guadagnando slancio. Aziende di Paesi come Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Stati Uniti, Cina, Turchia, Regno Unito, Germania, Francia ed Australia stanno mostrando interesse per il mercato azero dell’energia verde. Secondo il presidente Ilham Aliyev, l’Azerbaigian ha già firmato accordi e protocolli d’intesa con investitori stranieri per la creazione di impianti di generazione con una capacità totale di 10 GW basati sulle FER.

Le principali società energetiche del Medio Oriente – l’emiratina Masdar e la saudita ACWA Power – sono pioniere nel campo delle fonti energetiche rinnovabili in Azerbaigian. Nel 2022, entrambe le aziende hanno lanciato grandi progetti pilota per la costruzione di centrali elettriche basate su fonti energetiche alternative.

La centrale solare (SPP) costruita da Masdar nel Distretto Garadagh di Baku è stata messa in funzione nell’ottobre 2023. La sua capacità installata è di 230 MW. Oggi è considerata la più grande non solo nella regione del Caucaso meridionale, ma anche nell’intero spazio post-sovietico.

La centrale eolica di Absheron-Khizi, con una capacità di 240 MW, è stata realizzata dalla società saudita ACWA Power, con un investimento pari a 300 milioni di dollari. La messa in funzione dell’impianto è programmata per il 2025. Si prevede che genererà 1 miliardo di kWh di elettricità all’anno, alimentando circa 300.000 famiglie.

Masdar è impegnata in una cooperazione a lungo termine con Baku come partner strategico globale. Ad esempio, il 4 giugno, nell’ambito della Settimana dell’Energia di Baku, è stata posata la prima pietra di tre importanti progetti verdi in Azerbaigian. Si tratta del Bilasuvar SES da 445 MW, del Neftchala SES da 315 MW e del parco eolico Absheron-Garadag da 240 MW. L’investimento complessivo per i progetti citati è di circa 1 miliardo di dollari. Gli accordi di investimento per i progetti sono stati raggiunti nell’ottobre 2023, seguiti dalla firma dei contratti di acquisto di energia, di connessione alle linee di trasmissione e di affitto dei terreni [4].

Alla cerimonia di inaugurazione delle nuove centrali elettriche basate su fonti rinnovabili, l’amministratore delegato di Masdar Mohammed Jamil Al Ramahi ha dichiarato che l’azienda intende generare fino a 10 GW di energia pulita in Azerbaigian entro il 2030.

Nell’ambito della creazione di una zona energetica verde nello Zangezur Orientale l’intenzione è di gettare le fondamenta di altre due centrali solari insieme a BP e Nobel Energy. Lo ha annunciato il ministro dell’Energia Parviz Shahbazov. Secondo il ministro, entro il 2027, nella prima fase del partenariato con queste aziende, si prevede di realizzare nuovi progetti per circa 2 GW, che porteranno la quota di REI nel bilancio energetico al 33% previsto.

Senza dubbio, dopo la COP29, il settore dell’energia verde dell’Azerbaigian riceverà un ulteriore e potente impulso per il suo sviluppo.


Potenziale del gas

Oltre al crescente settore delle FER, il petrolio e il gas convenzionali svolgono ancora un ruolo importante nella stabilità economica dell’Azerbaigian, fornendo una quota molto significativa delle entrate nel bilancio statale. Pertanto, nei prossimi decenni, insieme allo sviluppo della generazione “verde”, Baku intende non solo continuare la produzione di idrocarburi, ma anche espandere gli investimenti nel settore del petrolio e del gas. Questa decisione si spiega con l’aumento della domanda di vettori energetici azeri nel mercato globale dell’energia, soprattutto da parte dei consumatori europei.

Secondo i dati ufficiali del Ministero dell’Energia dell’Azerbaigian, oggi le riserve di gas recuperabili del Paese ammontano a 933 miliardi di metri cubi, le riserve accertate a 1.700 miliardi di metri cubi e le riserve previste a circa 4.000 miliardi di metri cubi. Rispetto all’industria petrolifera, che ha una ricca storia, l’industria del gas dell’Azerbaigian è relativamente giovane, essendo stata creata dopo l’indipendenza. Baku è entrata nel club degli esportatori internazionali di “oro blu” solo vent’anni fa.

Recentemente, l’industria del gas dell’Azerbaigian sta vivendo una nuova fase di sviluppo. La produzione aumenta dinamicamente ogni anno. Così, se nel 2022 sono stati prodotti oltre 46,74 miliardi di metri cubi di gas per una crescita annua del 6,6%, nel 2023 la produzione è stata di quasi 48,5 miliardi di metri cubi (+3,8%). Nel 2024, si prevede che le cifre saliranno a circa 49,63 miliardi di metri cubi ed entro il 2026 la produzione di gas si avvicinerà all’obiettivo strategico di 50 miliardi di metri cubi all’anno.

Oggi il centro principale della produzione di gas è il gigantesco giacimento offshore di Shah Deniz, nel settore azero del Mar Caspio, il più grande del Paese.

Il contratto per lo sviluppo del giacimento di Shah Deniz è stato firmato nel 1996. Le partecipazioni al momento sono le seguenti: British BP plc (operatore del progetto) – 29,99%, LUKOIL – 19,99%, Turkish TPAO – 19%, Azerbaijani Cenub Qaz Dehlizi – 21,02%, Iranian NICO – 10%.

La produzione di gas e condensato dal giacimento di Shah Deniz è iniziata nel dicembre 2006 e viene ora realizzata dalla piattaforma Alpha come parte dello “stage-1” e dalla piattaforma Bravo come parte dello “stage-2”.

Nel luglio 2023, SOCAR e la francese TotalEnergies hanno annunciato l’inizio della produzione della prima fase di sviluppo del giacimento offshore di gas condensato di Absheron, posizionato a 100 km da Baku ad una profondità di 500 metri, ad oggi il secondo più grande giacimento di gas del Mar Caspio dopo Shah Deniz. Secondo le prime stime, le sue riserve ammontano a 350 miliardi di metri cubi di gas e 100 milioni di tonnellate di condensato.

Il giacimento è sviluppato dalla Joint Operating Company of Absheron Petroleum B.V., costituita da SOCAR Absheron (50%) e Total E&P Absheron (50%). L’accordo è stato firmato per un periodo di 30 anni e l’area contrattuale è di 747 km2. Nell’agosto 2023, anche Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC) è entrata nel progetto, acquisendo una partecipazione del 30%, ovvero il 15% ciascuno da SOCAR e TotalEnergies.

Attualmente Absheron produce 4,3 milioni di metri cubi di gas e 1.400 tonnellate di condensato al giorno. Secondo SOCAR, la produzione di gas da questo giacimento offshore dovrebbe raggiungere 1,5 miliardi di metri cubi nel 2024. Dall’inizio della produzione e fino al 1° maggio 2024, sono stati prodotti in totale 1,2 miliardi di metri cubi di gas e 484.000 tonnellate di condensato. Il gas prodotto dal giacimento di Absheron nella prima fase di sviluppo viene utilizzato per il fabbisogno del mercato interno dell’Azerbaigian.

SOCAR intende accelerare i lavori per lo sviluppo su larga scala del giacimento di Absheron e sta conducendo le relative trattative con i partner del progetto. La decisione di investimento sulla seconda fase di sviluppo del giacimento è prevista per quest’anno. La produzione di gas della seconda fase dovrebbe essere compresa tra 4 e 5 miliardi di metri cubi all’anno. La maggior parte sarà fornita al mercato europeo.

L’Azerbaigian sta anche pianificando di aumentare la produzione di gas a spese dei giacimenti di Karabakh, Umid (II fase), Babek, della promettente struttura di Shafag-Asiman, dove sono in corso le perforazioni e ci si attende un “secondo” Shah Deniz.


Più forniture per la Turchia e i Paesi europei

Baku sta sviluppando attivamente la cooperazione nel settore del gas con un gran numero di Paesi che vogliono acquistare l'”oro blu” azero. Il principale partner energetico è la Turchia, cui l’Azerbaigian fornisce gas dal luglio 2007 attraverso il gasdotto Baku-Tbilisi-Erzurum. Secondo il Consiglio regolatore del mercato energetico turco, nel 2023 l’Azerbaigian esporterà in Turchia 10,257 miliardi di metri cubi di gas (+17,8% rispetto al 2022).

A margine della Caspian Oil & Gas International Exhibition, l’operatore turco di trasporto del gas BOTAS e SOCAR hanno firmato una serie di accordi di cooperazione nel settore del gas. Uno di questi è l’estensione del contratto di fornitura dalla fine del 2024 al 2030. Il volume delle forniture rimarrà invariato: 3,7 miliardi di metri cubi all’anno.

Questo accordo non è l’unico recente tra BOTAS e SOCAR. A metà maggio, a seguito di un incontro a Istanbul tra il ministro turco dell’Energia e delle Risorse Naturali Alparslan Bayraktar e il ministro azero dell’Economia Mikayil Jabbarov, le parti hanno firmato quattro accordi.

In base agli accordi raggiunti tra BOTAS e SOCAR, il gas azero sarà trasportato in Europa e nel Nakhchivan attraverso la Turchia, mentre il gas turkmeno sarà fornito alla Repubblica di Turchia attraverso l’Azerbaigian e la Georgia. Allo stesso tempo, Bayraktar ha parlato del volume di fornitura di circa 2 miliardi di metri cubi di gas turkmeno nella prima fase. Tuttavia, il ministro turco non ha spiegato come il gas del Turkmenistan sarà consegnato all’Azerbaigian, il che crea un certo mistero. Come è noto, al momento non si registrano progressi nella costruzione del gasdotto transcaspico, che fornirebbe direttamente la materia prima.

È ancora più significativo che nel suo discorso ai partecipanti alla Settimana dell’Energia di Baku, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan abbia definito l’inizio delle forniture di gas turkmeno alla Turchia e all’Europa attraverso l’Azerbaigian solo una questione di tempo.

Parlando di Europa, va notato che il suo mercato del gas è attualmente il più promettente per Baku. A causa dei rapidi e radicali cambiamenti nel panorama energetico europeo, causati dal rifiuto della maggior parte dei Paesi dell’UE di importare gas russo, l’Azerbaigian svolge oggi un ruolo strategico nell’approvvigionamento energetico di diversi Paesi europei.

L’Azerbaigian ha aperto una via diretta al mercato europeo del gas insieme alla Turchia, avviando e realizzando il grandioso progetto infrastrutturale del Corridoio Meridionale del Gas (SGC) [5]. Questa via di trasporto del gas, con una lunghezza totale di 3.500 km, svolge un ruolo strategico nel garantire la sicurezza energetica dell’Europa, in particolare per quanto riguarda la diversificazione delle fonti e delle rotte di approvvigionamento del gas naturale.

La fornitura di gas naturale azero all’Europa è iniziata alla fine del 2020 con il lancio del Gasdotto Trans-Adriatico (TAP), la sezione europea del Corridoio Meridionale. Durante il primo anno di funzionamento, attraverso il TAP sono stati pompati 8,1 miliardi di metri cubi di gas. Nel 2022, l’Azerbaigian ha esportato 11,4 miliardi di metri cubi verso il mercato europeo. L’anno scorso, questo dato ha raggiunto i 12 miliardi di metri cubi. Durante l’apertura della Settimana dell’Energia di Baku, il presidente Ilham Aliyev ha dichiarato che nel 2024 le esportazioni di gas dall’Azerbaigian supereranno i 24 miliardi di metri cubi.


La Commissione Europea definisce l’Azerbaigian un fornitore di gas paneuropeo

Nell’estate del 2022, l’Azerbaigian e la Commissione Europea hanno firmato un Memorandum d’Intesa sulla cooperazione nel settore energetico, in base al quale Baku aumenterà il volume delle esportazioni di gas naturale verso l’Europa entro il 2027 fino a 20 miliardi di metri cubi all’anno.

Oggi, oltre a Turchia e Georgia, sei Paesi europei importano gas azero: Italia, Grecia, Bulgaria, Romania, Ungheria e Serbia. Ilham Aliyev ha dichiarato che la geografia delle forniture sarà ulteriormente ampliata. Secondo quanto affermato dal capo di Stato, Baku sta negoziando attivamente con una serie di Paesi che hanno bisogno del gas azero per garantire la loro sicurezza energetica.

È noto che Albania, Croazia, Macedonia del Nord, Montenegro, Slovacchia, Repubblica Ceca e Moldavia hanno espresso interesse per la fornitura di “oro blu” azero. Tutti questi Paesi potranno ricevere il gas dopo l’espansione della capacità dell’infrastruttura, come previsto dal Memorandum d’Intesa tra Baku e Bruxelles.

Come è risaputo, la capacità del Gasdotto Trans-Adriatico (TAP) sarà aumentata dagli attuali 10 a 20 miliardi di metri cubi, mentre la capacità della sezione turca, cioè il Gasdotto Trans-Anatolico (TANAP), passerà prima da 16 a 24 miliardi e poi salirà a 31 miliardi di metri cubi.

L’espansione della capacità del TAP avverrà per fasi [6]. Entro il 2025 si prevede di completare la prima fase di aumento della capacità del gasdotto e nel 2026 di implementare la seconda fase. Il termine ultimo per raddoppiare la capacità del TAP è il 2027.

I gasdotti di interconnessione svolgono un ruolo importante nell’ampliare la geografia del mercato del gas azero verso l’Europa. Negli ultimi anni sono stati messi in funzione due impianti di questo tipo. Il primo è l’interconnettore Grecia-Bulgaria, grazie al quale Sofia ha iniziato a ricevere gas naturale direttamente dall’Azerbaigian attraverso il TAP.

Nel dicembre 2023 è stato messo in funzione l’interconnettore Bulgaria-Serbia, attraverso il quale anche Belgrado ha iniziato a ricevere il gas azero. Per quanto riguarda le cifre specifiche, nel novembre 2023 SOCAR e la serba Srbijagas hanno firmato un accordo per la fornitura di 400 milioni di metri cubi di gas all’anno fino al 2026, dopodiché i volumi dovrebbero triplicare.

Anche le forniture di “oro blu” azero alla Bulgaria sono in crescita. Nel 2023, il Paese caucasico ha aumentato le esportazioni verso quello balcanico di 2,1 volte rispetto al livello dell’anno precedente, raggiungendo quota 1,25 miliardi di metri cubi [nel 2022 erano stati forniti 600 milioni di metri cubi]. In precedenza, il presidente Ilham Aliyev aveva dichiarato che entro la fine del 2024 il volume delle forniture di gas azero alla Bulgaria avrebbe dovuto raggiungere 1,5 miliardi di metri cubi.

Nell’ambito della Settimana dell’Energia di Baku, SOCAR e BOTAS hanno concordato di fornire gas azero alla Bulgaria attraverso la Turchia [7].

Anche l’Ungheria ha in programma di aumentare il consumo di gas azero, con acquisti a partire dall’aprile 2024. Attualmente esiste un contratto per la fornitura di 100 milioni di metri cubi di gas. Secondo la dichiarazione del ministro ungherese degli Affari Esteri e delle Relazioni Economiche Esterne Peter Szijjártó, Budapest ha concordato con Baku di aumentare gli acquisti di gas azero a 1 miliardo di metri cubi all’anno.

A margine del Forum sull’Energia di Baku, la società ungherese MVM Group ha firmato un accordo con SOCAR per l’acquisizione di una quota del 5% nel progetto di sviluppo del giacimento di Shah Deniz. Secondo l’amministratore delegato del Gruppo MVM, Károly Matrai, l’accordo è stato il più importante nella strategia dell’azienda.

È noto che l’Ungheria, insieme a Bulgaria, Romania e Slovacchia, sta cercando di ottenere assistenza finanziaria dalla Commissione Europea per aumentare la capacità delle infrastrutture dei gasdotti nell’Europa sudorientale, anche per incrementare le importazioni di gas naturale dall’Azerbaigian [8].

Peter Szijjarto, intervenendo all’apertura del Forum sull’Energia di Baku, ha ricordato che l’Unione Europea esercita una notevole pressione su Budapest in merito alla questione della diversificazione delle forniture di gas. Il problema, secondo il ministro degli Esteri ungherese, è che l’UE ha criteri di diversificazione diversi. «La nostra definizione di diversificazione è che noi [Ungheria, nda] dovremmo avere più fonti e non siamo d’accordo con una definizione che rappresenta la sostituzione di fonti già esistenti con altre», ha sottolineato Szijjártó, aggiungendo che gli europei devono abbandonare i dibattiti politici quando si tratta di approvvigionamento energetico.


La produzione di petrolio deve essere stabilizzata

A differenza della produzione di gas, che è in aumento in Azerbaigian, la produzione di petrolio è diminuita negli ultimi anni.

Secondo l’Istituto Statale di Statistica dell’Azerbaigian, nel 2018 la produzione di petrolio è stata di 38,8 milioni di tonnellate, nel 2019 di 37,5 milioni di tonnellate, nel 2020 e nel 2021 si è mantenuta sui 34,5 milioni di tonnellate, nel 2022 e nel 2023 sono stati invece prodotti rispettivamente 32,6 e 30,2 milioni di tonnellate di petrolio. Secondo le previsioni, il volume della produzione di “oro nero” continuerà a diminuire.

La quota principale di petrolio prodotto in Azerbaigian ricade sul gruppo Azeri-Chirag-Guneshli (ACG) di giacimenti offshore di petrolio e gas condensato nel Mar Caspio meridionale. Ad esempio, questo blocco offshore ha prodotto 17,8 milioni di tonnellate nel 2023, pari al 58,9% della produzione totale di petrolio dell’Azerbaigian. Dall’inizio dello sviluppo e fino al primo gennaio 2024, l’ACG ha prodotto un totale di 584,7 milioni di tonnellate di petrolio.

Va ricordato che con l’avvio della produzione di petrolio nel blocco Azeri-Chirag-Guneshli nel novembre 1997, l’Azerbaigian ha iniziato ad attuare la sua nuova strategia petrolifera sviluppata dal leader nazionale Heydar Aliyev, alla guida del Paese dal 1993 al 2003. Ciò ha permesso di attirare investimenti multimiliardari e di garantire una crescita economica stabile per i decenni a venire.

L’accordo per lo sviluppo del blocco ACG, soprannominato “Contratto del secolo”, è stato firmato il 20 settembre 1994. La durata trentennale del contratto scadeva originariamente nel 2024, ma nel 2017 è stato firmato un nuovo contratto che durerà fino al 2050. Il contratto prevede che la quota della britannica BP (operatore del progetto) sia del 30,37%, quella di SOCAR del 25%, quella dell’ungherese MOL del 9,57%, quella della statunitense ExxonMobil del 6,79%, quella dell’indiana ONGC Videsh del 2,31%, quelle delle giapponesi Inpex Corp. e Itochu Oil rispettivamente del 9,31% e del 3,65%, quella della norvegese Equinor del 7,27% e quella della turca TPAO del 5,73%.

Durante la tavola rotonda dal titolo Breaking Stereotypes: Shaping Energy Solutions, tenutasi il primo giorno della Settimana dell’Energia, Babek Huseynov, vicepresidente di SOCAR, ha dichiarato che la società si sta concentrando su due compiti nel settore petrolifero. Il principale è quello di stabilizzare i bassi tassi di produzione dell’ACG per prevenire e gestire il declino della produzione petrolifera nel Paese. Secondo Huseynov, SOCAR sta lavorando con BP e i suoi partner su ACG. Dopo aver raggiunto gli obiettivi prefissati per il blocco Azeri-Chirag-Guneshli, SOCAR intende passare alla questione dello sviluppo di nuovi giacimenti. Per raggiungere gli obiettivi prefissati verranno utilizzati metodi innovativi.

Va notato che SOCAR è passata da tempo alla trasformazione digitale delle operazioni di produzione di petrolio e gas [9]. Così, già nell’aprile 2020, la società ha annunciato l’intenzione di lanciare il progetto Digital Field sulla piattaforma SAP UFAM. Come riferito, la soluzione SAP UFAM è progettata per unire i processi di produzione in un unico sistema e sarà integrata nel cuore digitale dell’impresa, cioè SAP ERP. L’introduzione della piattaforma UFAM consentirà inoltre di consolidare i dati provenienti da diversi sistemi di produzione, di eseguire analisi integrate per garantire il funzionamento dei pozzi in conformità con il potenziale approvato, nonché di ottimizzare i processi geologici e tecnici.

L’Azerbaigian sta cercando di aumentare la produzione di petrolio espandendo i campi in fase di sviluppo. Ad aprile ha annunciato l’avvio della produzione di Azeri-Chirag-Guneshli sulla nuova piattaforma Central East Azeri. Secondo i piani dell’operazione, durante l’intero periodo di funzionamento verranno prodotti circa 300 milioni di barili di petrolio, che rappresenteranno un contributo significativo alle opportunità di esportazione dell’Azerbaigian. Secondo il vicepresidente di SOCAR Babek Huseynov, nonostante i trenta anni di attività, il giacimento ACG ha un grande potenziale e la produzione continuerà anche in futuro.

È inoltre noto che è in fase di sviluppo un progetto di ripristino e produzione dei campi petroliferi maturi Buzovna-Mashtaga, Gala e Zirya.

Per quanto riguarda i nuovi progetti, grandi speranze di aumento della produzione petrolifera sono legate al giacimento “Karabakh”, dove SOCAR prevede di avviare la produzione in tempi brevi. Lo ha annunciato lo stesso vicepresidente Babek Huseynov, precisando che SOCAR ha rilevato la quota di Equinor in questo progetto ed è ora proprietaria del 100% delle azioni.

Le riserve del Karabakh sono stimate in 100 milioni di tonnellate; l’entità delle spese totali di capitale per lo sviluppo del giacimento potrebbe ammontare a 1,7 miliardi di dollari, i costi operativi a 1-3 miliardi di dollari. Ad oggi, nel giacimento “Karabakh” sono già stati perforati tre pozzi di esplorazione e uno di valutazione. Gli esperti ipotizzano che la sua messa in funzione richiederà almeno tre anni [10].

Va notato che SOCAR sta espandendo il suo portafoglio di progetti nel campo della produzione di petrolio e gas, oltre che di GNL, non solo all’interno dell’Azerbaigian. Alla fine di maggio si è saputo che SOCAR ha acquisito da Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC) una partecipazione del 3% in un progetto petrolifero negli Emirati Arabi Uniti. Si tratta di due giacimenti nel Golfo Persico (SARB e Umm Lulu).

Nell’ottobre dello scorso anno è stato reso noto che SOCAR ha ricevuto una licenza per l’esplorazione di gas nella parte settentrionale del più grande giacimento di idrocarburi di Israele, cioè Leviathan. La società è inoltre interessata a progetti petroliferi in Kazakhstan, Iraq e Turkmenistan.


Conclusioni

I drammatici cambiamenti strutturali che si stanno verificando sulla mappa energetica globale negli ultimi anni impongono a molti Stati di cercare nuovi approcci e soluzioni ai problemi di sicurezza energetica. Si tratta di diversificare le rotte e le fonti di approvvigionamento energetico, compresa l’energia pulita. Sempre più Paesi nel mondo stanno legando il loro futuro alle fonti di energia rinnovabili.

L’Azerbaigian si è già affermato come uno degli attori importanti per garantire la sicurezza energetica globale e regionale attraverso le forniture di petrolio e gas. Date le enormi risorse disponibili nel campo dello sviluppo delle FER, a lungo termine l’Azerbaigian ha tutte le possibilità di assumere una posizione di primo piano come produttore ed esportatore di “energia verde” e “idrogeno verde”, la cui domanda nel mondo non potrà che crescere.

A questo proposito, si può affermare che un evento così prestigioso come la prossima COP29 rappresenterà un punto di svolta nello sviluppo delle energie rinnovabili in Azerbaigian e attirerà nuovi investimenti e le più recenti tecnologie avanzate nel campo della transizione energetica.




NOTE

[1] Завершился Бакинский энергетический форум. Trend News Agency, 06.06.2024. https://www.trend.az/business/3908809.html

[2] Акцентирование Азербайджаном темы «Мир и климатический перекресток» на COP29 было встречено с одобрением на Климатической конференции ООН. АЗЕРТАДЖ, 05.06.2024. https://tinyurl.com/3fh5nynr

[3] Замминистра энергетики Азербайджана о главных вопросах COP29. Trend news agency, 06.06.2024. https://www.trend.az/business/green-economy/3909158.html

[4] Masdar планирует выработку до 10 ГВт чистой энергии в Азербайджане к 2030 году – генеральный исполнительный директор. Trend News Agency, 04.06.2024. https://www.trend.az/business/3908100.html

[5] Тhe Southern Gas Corridor. The Ministry of Energy of the Republic of Azerbaijan, 27.04.2022. https://minenergy.gov.az/en/layiheler/cenub-qaz-dehlizi_2196

[6] Управляющий директор TAP AG: первый этап расширения газопровода можно завершить к 2025 г. ИНТЕРФАКС – Азербайджан, 12.12.2022. http://interfax.az/view/882653

[7] Турция открыла возможность поставки газа в Европу по старому балканскому коридору. ИНТЕРФАКС, 12.02.2024. https://www.interfax.ru/world/945729

[8] Memorandum of Understanding signed in support of the Solidarity Ring – the joint initiative of regional gas TSOs. FGSZ, 25.04.2023. https://fgsz.hu/en/home/news/memorandum-of-understanding-signed-in-support-of-the-solidarity-ring-the-joint-initiative-of-regional-gas-tsos.html

[9] Азербайджан в 2023 г. снизил добычу нефти на 7,4%, газа – увеличил на 3,2%. ФИНМАРКЕТ, 11.01.2024. https://www.finmarket.ru/database/news/6102284

[10] Оглашены планы SOCAR по поддержке добычи нефти в стране. Trend News Agency, 04.06.2024. https://www.trend.az/business/energy/3908150.html




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