Cina. Le riflessioni del Ministro Wang Yi e dello sherpa Zhang Jun in vista del G20 di Buenos Aires

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Photo credit © Drop of Light/Shutterstock



Il 13° vertice dei leader del G20 si svolgerà a Buenos Aires, in Argentina, dal 30 novembre al 1° dicembre. Il presidente Xi Jinping parteciperà al vertice. La pubblicazione sul G20 dell’Università di Toronto ha pubblicato un articolo firmato dal Consigliere di Stato e Ministero degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese, Wang Yi, intitolato Set sail on a new voyage of G20 cooperation. L’articolo, tradotto qui di seguito in italiano, compie un bilancio delle conquiste della cooperazione economica in seno al G20 e prefigura le aspettative dell’imminente vertice dei leader a Buenos Aires.


Salpare verso una nuova rotta della cooperazione G20


© Xinhua

di Wang Yi
[Consigliere di Stato e Ministro degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese]



Quest’anno segna il decimo anniversario della crisi finanziaria globale.

Dieci anni fa, il tracollo finanziario partito da Wall Street spinse i mercati globali e la comunità internazionale in un panico profondo. In quella congiuntura critica, i leader delle venti più grandi economie del mondo, che rappresentavano oltre l’80% della produzione mondiale, si riunirono. Attraverso un dialogo paritario e azioni coordinate, questi riportarono sulla scia della stabilità e della crescita un’economia mondiale che stava velocemente scivolando verso l’orlo del baratro, e tutto ciò segnò l’inizio del vertice dei leader del G20.

Durante il decennio scorso, i leader del G20 si sono incontrati con regolarità per indirizzare l’economia mondiale. Dalla stabilizzazione dei mercati e dalla ricostruzione della fiducia alla promozione delle riforme e alla risoluzione delle sfide del futuro, il G20, in qualità di vertice di punta per la cooperazione economica internazionale, ha svolto un ruolo-guida in tutti i singoli aspetti della governance economica globale. Tuttavia, proprio mentre ci stiamo gradualmente mettendo alle spalle la crisi finanziaria, qualcuno sembra avere l’impressione che la cooperazione G20 non sia più un tema urgente. Qualcuno comincia addirittura a mettere in dubbio l’importanza e il futuro del suo meccanismo.

È vero che il G20 ha portato a termine la sua missione storica e comincia a perdere la sua importanza? La risposta è: no. Il mondo sta soffrendo a causa degli shock economici provocati dal crescendo di unilateralismo e protezionismo, e i Paesi in via di sviluppo stanno risentendo sempre di più delle ricadute negative delle mutevoli politiche monetarie delle economie avanzate. Sfide fondamentali che l’economia globale sta affrontando, tra cui motori di crescita insufficienti, una governance economica globale inadeguata ed uno sviluppo squilibrato, attendono ancora di essere efficacemente risolte. Inoltre, le tensioni economiche e commerciali si stanno rapidamente estendendo alle sfere della politica e della sicurezza, il che non è una buona notizia per la pace e la stabilità mondiali.

Una nuova decade reclama una nuova leadership dal G20.

Il G20 deve dimostrare una capacità di leadership nel sostegno al multilateralismo. Quest’ultimo ha dato prova di essere uno strumento efficace per migliorare la governance globale, affrontare le sfide comuni e raggiungere uno sviluppo collettivo. Il sistema multilaterale del commercio, col WTO al suo vertice, quale componente-chiave del multilateralismo, dovrebbe essere rafforzato anziché indebolito. La riforma del WTO è una priorità del G20. La Cina concorda sulle riforme necessarie in seno al WTO. Al contempo, noi riteniamo che i valori fondamentali e i principi basilari del WTO debbano essere tutelati e che lo spazio di crescita dei Paesi in via di sviluppo debba essere rispettato e preservato.

Il G20 deve dimostrare capacità di leadership nella promozione delle riforme. Il G20 ha introdotto una moltitudine di riforme finalizzate al miglioramento della governance economica globale. Dobbiamo perseverare i nostri sforzi per mettere in pratica la roadmap della riforma del sistema finanziario internazionale ed aumentare la rappresentanza e la voce dei Paesi in via di sviluppo, creando così un nuovo ordine finanziario internazionale più equo, giusto, inclusivo e fondato sulle regole.

Il G20 deve dimostrare capacità di leadership nel sostegno all’innovazione. È tempo che il G20 colga le opportunità della nuova rivoluzione scientifica e tecnologica, e promuova la cooperazione per applicare le nuove tecnologie, utilizzare l’economia digitale e promuovere posti di lavoro per il futuro. Al contempo, il G20 deve essere consapevole degli effetti collaterali e dell’impatto negativo delle nuove tecnologie sull’economia, sulla società e sulla vita delle persone, ed aiutare l’economia mondiale a raggiungere un modello di crescita di maggior qualità.

Il G20 deve dimostrare capacità di leadership nella promozione dello sviluppo. Deve mettere in pratica attivamente l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, rafforzare la connettività infrastrutturale, aiutare i Paesi in via di sviluppo ad accelerare la crescita e proteggere i loro legittimi diritti e il loro spazio di policy in modo che nessuno sia lasciato indietro.

Tale capacità di leadership richiede uno spirito di partenariato tra i membri del G20. L’imminente vertice di Buenos Aires sarà osservato con attenzione da tutto il mondo nel suo tentativo di individuare nuove soluzioni per promuovere la cooperazione economica internazionale nel nuovo contesto storico. La Cina sta celebrando quest’anno il 40° anniversario della sua politica di riforma e apertura. Resteremo convinti sostenitori, difensori e contributori del multilateralismo e di un’economia mondiale aperta. Siamo pronti ad intensificare la cooperazione con tutte le parti per rafforzare la fiducia nell’economia mondiale e fare la nostra parte per lo sviluppo comune.


Traduzione a cura della Redazione
Fonte in lingua originale qui





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In vista dell’imminente vertice dei leader del G20 a Buenos Aires, Zhang Jun, sherpa ed assistente del ministro degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese, ha pubblicato lo scorso 25 novembre un articolo sul Financial Times dal titolo Our common prosperity demands co-operation on trade. Ne proponiamo qui di seguito la traduzione in lingua italiana.


La nostra comune prosperità richiede cooperazione sul commercio


© Ministero degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese

di Zhang Jun
[Sherpa e Assistente del Ministro degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese]



Dieci anni fa, il messaggio inequivocabile giunto dal G20 in merito al rifiuto del protezionismo commerciale e al rafforzamento della globalizzazione, aiutò l’economia mondiale a superare i tempi più difficili. Dopo cinque anni di crescita deludente, gli ultimi due hanno mostrato segnali di forte ripresa. Eppure, questo impegno rischia di affievolirsi già prima che le nubi più cupe possano disperdersi. Quest’anno, il Fondo Monetario Internazionale ha lanciato più volte l’allarme rispetto ai contraccolpi economici causati dalle misure protezionistiche. Una escalation di tensioni commerciali potrebbe rallentare la crescita globale di oltre l’1% nei prossimi due anni.

Mai come ora, il mondo trae beneficio – malgrado le divisioni sul tema – dal commercio e dall’apertura. L’ordine internazionale e le istituzioni globali e regionali stanno cominciando ad interrogarsi. Tali problemi saranno affrontati dai leader del G20 a Buenos Aires durante questa settimana.

Sappiamo che l’apertura e la cooperazione sono essenziali per migliorare la vita delle persone in ogni angolo del mondo. Sappiamo anche che questi fattori sono necessari per affrontare le sfide poste dalla pressione demografica, dai cambiamenti climatici e dalle nuove tecnologie. Eppure dobbiamo gestire la transizione in modo esteso, così che le persone non soffrano o non siano lasciate indietro.

In primo luogo dovremmo opporci al protezionismo in tutte le sue forme. Le restrizioni commerciali portano a rincari sui prodotti e a limitazioni nelle scelte dei consumatori. Inoltre, le industrie protette diventeranno meno dinamiche rispetto ai loro competitor stranieri. Gli squilibri commerciali bilaterali sono una fotografia della divisione del lavoro tra le varie economie. È arbitrario imputare gli squilibri globali alle cosiddette pratiche commerciali scorrette, e le misure “correttive” avranno un impatto limitato sul deficit commerciale complessivo di un Paese. Le maggiori economie devono ridurre le barriere e risolvere i disaccordi attraverso il dialogo, non adottando misure protezionistiche o unilaterali, oppure ostacolando le catene globali del valore.

In secondo luogo dovremmo salvaguardare il sistema multilaterale del commercio fondato sulle regole. È impensabile che l’ordine internazionale regredisca alla legge della giungla. Dobbiamo tutelare l’autorità e l’efficacia delle regole stabilite dalla comunità internazionale, e non scardinarle in base alla convenienza particolare di qualche nazione. L’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) non è perfetta ma incarna il sistema multilaterale del commercio e serve gli interessi comuni di tutti i suoi membri. Qualunque emendamento alle regole dovrebbe essere deciso attraverso un’ampia consultazione, garantendo pari diritti e opportunità ai Paesi in via di sviluppo. Qualunque riforma del WTO non deve deviare dai suoi valori fondamentali e dai suoi principi basilari, né depotenziarli. Le questioni relative alla sua funzione e alla sua stessa esistenza devono essere una priorità.

In terzo luogo, i benefici del commercio devono essere più ampiamente condivisi. Durante gli ultimi venticinque anni, il commercio ha fatto leva sulle nuove tecnologie per aumentare la produttività in tutto il mondo, ha aiutato a ridurre la povertà estrema globale di più del 50% e ha creato milioni di posti di lavoro molto ben pagati. La cooperazione internazionale è indispensabile; maggiori trasferimenti tecnologici tra Paesi su basi di comune accordo faciliteranno l’adattamento globale. La protezione dei diritti di proprietà intellettuale dovrebbe rappresentare uno stimolo, anziché un ostacolo, per il mondo ad entrare nella nuova era industriale.

La Cina non è né l’artefice né il maggior beneficiario della globalizzazione. Tuttavia, noi siamo stati determinati nel seguire le regole e metterci al passo con gli altri. Nello sforzo di aprirsi ed integrarsi nell’economia mondiale, la Cina è impegnata nella facilitazione e nella liberalizzazione del commercio e degli investimenti, proteggendo al contempo i giusti diritti degli investitori esteri. Recentemente abbiamo ospitato il primo China International Import Expo, e continueremo a farlo ogni anno, dimostrando la nostra ferma convinzione nel sostegno al libero commercio e nella condivisione della prosperità comune.

Henry Morgenthau disse a Bretton Woods nel 1944: «La prosperità, come la pace, è indivisibile. Non possiamo permetterci di sparpagliarla qua o là tra i fortunati, o di goderne a scapito degli altri». La storia ci dice che il commercio e l’apertura arrecano benefici a coloro che li abbracciano, e solo stando insieme possiamo promuovere un futuro migliore e condiviso per tutti i nostri popoli. Non possiamo farlo da soli.


Traduzione a cura della Redazione
Fonte in lingua originale qui





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