A cura della Redazione
Si sono riuniti oggi in videoconferenza i capi di Stato della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), l’organizzazione internazionale creata nel 1991, contestualmente al processo di dissoluzione dell’Unione Sovietica, che ad oggi, dopo le defezioni di Georgia (2009) e Ucraina (2018), raccoglie Russia, Bielorussia, Moldavia, Kazakhstan, Uzbekistan, Kirghizistan, Tagikistan, Azerbaigian e Armenia, in qualità di Paesi membri, Mongolia, in qualità di Paese membro osservatore, e Turkmenistan, in qualità di Paese associato.
Tracciando un bilancio dei trent’anni di esistenza dell’organizzazione, i leader si sono confrontati discutendo di sviluppo e cooperazione negli ambiti economico, giuridico, culturale, umanitario e di sicurezza regionale. In particolare, il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev ha espresso il proprio parere su settori ritenuti strategici, sottolineando l’importanza di garantire uno sviluppo economico sostenibile nella regione.
Secondo Mirziyoyev, in un modo pesantemente colpito dalla pandemia, i partenariati economici e commerciali confermano ed accrescono la loro importanza. Nel dettaglio, il volume di interscambio tra Tashkent e gli altri attori della CSI risulta in aumento di quasi il 30%, ma il commercio è in crescita anche in termini qualitativi. Per il leader uzbeko, l’area di libero scambio della Comunità, siglata nel 2011 ed entrata in vigore nel 2012, dovrebbe funzionare pienamente, senza eccezioni e restrizioni.
La proposta di Mirziyoyev per il 2022 è quella di promuovere con maggior forza lo sviluppo della cooperazione industriale, con l’obiettivo di sostenere in modo più completo i progetti congiunti ed implementare i progetti imprenditoriali a lungo termine. A questo riguardo, l’ufficio stampa presidenziale ha reso noto che il prossimo anno l’Uzbekistan ospiterà un forum ed una mostra dedicati proprio alla cooperazione industriale all’interno della CSI.
Mirziyoyev ha inoltre sottolineato la necessità di potenziare l’efficacia del sistema dei corridoi di trasporto interregionali e transcontinentali, anche attraverso la riduzione delle tariffe e la semplificazione delle procedure. Il presidente uzbeko si è detto poi favorevole alla promozione attiva di programmi congiunti in tema di innovazione ed imprenditoria giovanile.
Tra le idee avanzate, c’è quella di dare vita ad un piano di collaborazione tra i parchi tecnologici attualmente attivi nei Paesi membri della CSI. Spazio anche alla lotta ai cambiamenti climatici, alla definizione di un’agenda “verde”, all’unità degli sforzi in materia di biosicurezza, al miglioramento del mercato del lavoro, alla riapertura dei flussi turistici e all’estensione degli scambi culturali e umanitari.
In merito ai problemi dell’Asia Centrale, l’Uzbekistan, che condivide con l’Afghanistan 144 km di confine, segnati da un tratto dell’Amu Darya compreso tra la regione uzbeka di Surxondaryo e la provincia afghana di Balkh, Mirziyoyev ha indicato la necessità di continuare a garantire un’adeguata assistenza umanitaria ed economica alla popolazione della nazione vicina, rimarcando tuttavia anche l’impegno a rafforzare la cooperazione nel contrasto al terrorismo e al narcotraffico.
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