È in fase di pubblicazione Ritrovare la bussola, il nuovo numero di Scenari Internazionali dedicato alla ripresa e alla rigenerazione post-Covid. L’avvio delle campagne vaccinali nazionali all’inizio dell’anno ha diffuso ottimismo su scala globale in merito alla possibilità di sconfiggere il virus, tuttavia la partita non è ancora finita. La ripresa è già cominciata ma alla capacità di risposta sanitaria sarà fondamentale affiancare un piano di riforme e ammortizzatori sociali che permettano alle economie di attutire e superare con successo gli eventuali prossimi colpi di coda della pandemia.
A cura della Redazione
La diffusione di nuove varianti del SARS-CoV-2 e l’incertezza in merito alla piena efficacia dei numerosi vaccini prodotti nel mondo non consentono ancora ad alcun Paese di dirsi fuori dalla pandemia. La ripartenza ha preso il via da tempo e le stime di crescita per quest’anno sembrano sorridere un po’ ovunque, dopo l’incubo del 2020. Eppure, ad attenderci al varco, dopo la fine dell’emergenza sanitaria, c’è una dimensione nuova, almeno in parte.
La crisi pandemica ha accelerato in modo vorticoso alcune tendenze già presenti prima dell’anno scorso, modificando definitivamente modi di produzione ed esigenze sociali. Sono emersi ambiti professionali e settori prima marginali o poco esplorati ma, soprattutto, ciò che appariva scontato, soprattutto nei Paesi avanzati, ora non lo è più. La prospettiva di possibili futuri salti di specie virali – già contemplati da decenni dagli esperti in materia – deve poi metterci in guardia dalle peggiori conseguenze generate dal tipo di rapporto tra uomo e natura che negli ultimi due secoli ha caratterizzato la società e l’economia mondiale.
Con il PNRR, l’Italia avrà a disposizione oltre 235 miliardi di euro per poter innovare e rendere più sostenibile il sistema Paese, ma i meccanismi non sono affatto automatici. Buona parte delle risorse provenienti dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF), nel quadro dello strumento Next Generation EU (NGEU), sono infatti prestiti da restituire. L’erogazione delle risorse, scaglionata nel tempo, è inoltre vincolata alla realizzazione di tre categorie di riforme – orizzontali, abilitanti e settoriali – fondamentali ma tutt’altro che semplici da implementare.
Cosa è accaduto nel resto del mondo? Alcuni Paesi, anche sulla base dell’esperienza accumulata durante emergenze sanitarie pregresse, hanno gestito efficientemente le ondate pandemiche, come accaduto nella regione Asia-Pacifico. Altri, in via di sviluppo e meno attrezzati, hanno risentito solo relativamente dell’infezione grazie ad un’età media più bassa o a sistemi immunitari più forti, come in Africa. Nelle Americhe, invece, i numeri del contagio sono esplosi, pagando l’iniziale sottovalutazione dei governi oppure l’incapacità dei sistemi sanitari di reggere l’urto dei ricoveri ospedalieri.
Dopo il caos del 2020, tuttavia, il 2021 si è distinto come l’anno della ripresa: incerta, confusa e diversa da un Paese all’altro, ma comunque decisa e necessaria per non restare indietro e perdere terreno in termini di benessere, occupazione e competitività.
Scenari Internazionali chiude così il suo viaggio estivo, pubblicando un nuovo numero dedicato alla ripartenza nei quattro angoli del pianeta, dall’Europa agli Stati Uniti, dalla Cina all’Africa, passando per realtà più piccole ma particolarmente virtuose nella risposta al Covid, come la Nuova Zelanda, gli Emirati Arabi Uniti e il Vietnam. Arricchiscono l’uscita tre importanti contributi esterni: le interviste all’Ambasciatore turco in Italia, S.E. Ömer Gücük, e alla Console generale della Svizzera a Milano, Sabrina Dallafior, oltre ad un articolo di Julia Reynolds, Seconda segretaria dell’Ambasciata della Nuova Zelanda in Italia.
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