Nella giornata di oggi si è svolto presso l’Hotel Principi di Piemonte, a Torino, il Forum Economico Italia-Algeria per l’industria automobilistica. L’importante evento ha riunito un centinaio di operatori algerini e italiani del settore, rafforzando la già solida cooperazione tra i due Paesi nell’ambito dell’automotive. Tra gli illustri ospiti anche Ali Aoun, Ministro dell’Industria e della Produzione Farmaceutica dell’Algeria. Lo abbiamo contattato in esclusiva per saperne di più e per un approfondimento a 360 gradi sulle prospettive di sviluppo del Paese nordafricano.
A cura della Redazione
Signor Ministro Aoun, benvenuto su Scenari Internazionali. Quali sono le cifre della cooperazione bilaterale tra Algeria ed Italia nel settore automobilistico? E quali le prospettive per il futuro?
Prima di rispondere alla sua domanda, vorrei innanzitutto ringraziarvi per l’interesse dimostrato nei confronti del mio Paese e delle relazioni di amicizia tra i nostri due Paesi.
In effetti, l’Algeria e l’Italia sono legate da un Trattato di Amicizia, Buon Vicinato e Cooperazione, che risale al 2003. Le nostre relazioni politiche sono definite eccellenti e non ci sono dispute storiche o disaccordi sostanziali.
Sul fronte economico e commerciale, l’Italia è un partner strategico per l’Algeria, grazie alla cooperazione in diversi settori come l’energia, l’edilizia e i lavori pubblici, i trasporti, le risorse idriche, l’agricoltura, la pesca, l’industria e le PMI.
Questa cooperazione continua a rafforzarsi, grazie all’interesse espresso da entrambe le parti e alle buone relazioni che legano gli operatori economici di entrambe le parti.
Tra le aree di cooperazione industriale recentemente esplorate c’è il settore automobilistico, dove il progetto FIAT, altamente simbolico, è un marchio di fiducia.
Questo progetto, portato a compimento in tempi record, è di per sé non solo un esempio di successo, ma anche l’innesco di una cooperazione industriale sostenuta tra i nostri due Paesi.
Grazie agli sforzi congiunti di tutte le parti coinvolte, il progetto FIAT Algeria sta procedendo al ritmo desiderato, con l’obiettivo di costruire lo stabilimento di Tafraoui, nella Wilaya di Orano, entro la fine di agosto 2023, con la produzione dei primi modelli (FIAT 500) prevista per la fine del 2023.
A lungo termine, FIAT punta a produrre 1 milione di veicoli all’anno. Entro il 2026, il Gruppo si impegna a:
- Creare 4.000 posti di lavoro locali
- Sviluppare una rete di subappaltatori e fornitori locali e ottimizzare le loro prestazioni aumentando il tasso di integrazione e utilizzando dei benchmark globali
FIAT intende inoltre sviluppare il know-how automobilistico, in virtù di una partnership già annunciata con il Ministero della Formazione e dell’Istruzione Professionale e con il Ministero dell’Istruzione Superiore e della Ricerca Scientifica.
Infine, FIAT punta a raggiungere il 30% di integrazione locale, tra cui lo stampaggio delle lamiere, la fabbricazione della carrozzeria, la verniciatura e la localizzazione di un’ampia gamma di accessori come sedili, cablaggi, rivestimenti interni, scarichi, batterie, ammortizzatori, pneumatici e fluidi…. L’obiettivo è raggiungere il 40% di integrazione locale dopo il 2026.
Il nuovo stabilimento FIAT che sorgerà nella Wilaya [provincia, ndr] di Orano pone questa regione al centro di una serie di grandi investimenti che vanno ben oltre il settore automobilistico, includendo materie prime, commercio, infrastrutture e logistica. Qual è il potenziale del suo territorio?
La Wilaya di Orano è una grande metropoli mediterranea situata nel Nord-Ovest dell’Algeria; è la seconda Wilaya più grande dopo la Capitale ed il suo potenziale è costruito attorno alle infrastrutture portuali e aeroportuali (Porto di Orano, Porto di Arzew e Aeroporto Internazionale “Ahmed Ben Bella”), ed è collegata alle principali arterie autostradali e ferroviarie (Orano-Mostaganem, Orano-Alger e Orano-Tlemcen).
Eppure, ciò che rende la Wilaya un polo industriale attraente sono le sue università, i centri di ricerca e i vari istituti di formazione professionale: 3 università, 6 istituti superiori, 26 istituti e centri di formazione specializzati, e più di 50 laboratori di ricerca scientifica e tecnica. Questi sono i numeri della regione in sintesi:
- Produzione di batterie: 2 PMI
- Produzione di Plastica: 78 PMI
- Produzione di acciaio e lamiera: 3 aziende e 3 milioni di T/anno
- Produzione di tessili: 2 aziende
- Vetreria: 1 azienda
- Produzione Cablaggio elettrico: 1 PMI
- Produzione di parti meccaniche: 2 progetti
- Telai in acciaio: 5 PMI
- Cuoio e similpelle: 6 PMI
- Produzione di lubrificanti: 2 PMI
La visita in Algeria del gennaio scorso del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha intensificato le relazioni tra i nostri due Paesi grazie alla firma di numerosi accordi bilaterali. Durante l’incontro con il Presidente Abdelmadjid Tebboune è stata riservata grande attenzione all’energia, ma si è parlato anche di altri comparti. Quali sono i settori emergenti su cui il Suo Paese punta maggiormente?
Durante la visita di Stato in Italia del Presidente della Repubblica Abdelmadjid Tebboune, avvenuta poco più di un anno fa – dal 25 al 27 maggio 2022 – sono stati firmati numerosi accordi bilaterali che riguardano settori economici prioritari e che contribuiscono all’attuazione degli impegni presi dal Presidente della Repubblica e del piano d’azione del Governo.
Tra questi, un memorandum d’intesa nei settori dell’industria farmaceutica, dell’imprenditoria, dello sviluppo degli investimenti, delle start-up, della cooperazione industriale ed energetica, delle energie rinnovabili, della prevenzione e della lotta alla corruzione, delle opere pubbliche, dello sviluppo sociale e della solidarietà, dell’artigianato.
Tuttavia, va ricordato che l’Algeria ha una nuova legge sugli investimenti che sancisce la libertà di investire e fornisce la visibilità e la stabilità necessarie per promuovere gli investimenti locali e stranieri.
La nuova legge sugli investimenti ha identificato chiaramente i settori prioritari per i quali vengono concessi benefici molto consistenti, sia durante la fase di attuazione dell’investimento che durante la fase operativa. Questi includono:
- Miniere e cave
- Agricoltura, acquacoltura e pesca
- Industria, trasformazione alimentare, farmaceutica e petrolchimica
- Servizi e turismo
- Energie nuove e rinnovabili
- Economia della conoscenza e tecnologie dell’informazione e della comunicazione
Essendo il più grande Paese africano in termini di superficie e un importante produttore di energia, l’Algeria è un attore-chiave nel processo di stabilizzazione dell’area MENA, come dimostra la sua rilevanza all’interno della Lega Araba e dell’Unione Africana. In che modo il Suo Governo intende contribuire a garantire un meccanismo di sicurezza condiviso a livello regionale e mediterraneo, soprattutto dal punto di vista economico?
In virtù della sua posizione geografica, l’Algeria appartiene all’area arabo-africana ed è molto vicina allo spazio economico europeo, aspetto che le conferisce un ruolo molto importante nella stabilizzazione della regione da ogni punto di vista.
L’Algeria, uscita indenne dalla crisi degli anni Novanta, è diventata un Paese esportatore di pace e si batte per lo sviluppo socio-economico dei Paesi della regione.
L’Algeria è infatti consapevole che la sicurezza condivisa nell’area geopolitica del Nord Africa mediterraneo e del Medio Oriente, a cui appartiene, richiede uno sviluppo sostenuto delle economie dei Paesi della regione, che può essere raggiunto solo integrando queste economie nella scala dei valori e sviluppando le risorse naturali di questi Paesi e le risorse umane locali, mobilitandole a beneficio delle rispettive popolazioni.
L’Algeria è impegnata nella realizzazione di progetti inclusivi e strutturanti, un approccio affermato dall’orientamento strategico espresso dal Presidente della Repubblica, Abdelmadjid Tebboune, che ha stanziato 1 miliardo di dollari per sostenere lo sviluppo dei Paesi africani attraverso l’Agenzia algerina per la Cooperazione internazionale alla Solidarietà e allo Sviluppo.
Una grande zona di libero scambio è la grande speranza dell’Africa per rilanciare il suo sviluppo. All’interno di questa zona di libero scambio, il progetto che occuperà il primo posto sarà senza dubbio la strada trans-sahariana, che dovrebbe aprire aree isolate e incrementare il commercio tra una dozzina di Paesi.
Attraverserà l’Algeria per 3.400 km, il Mali per 1.974 km, il Niger per 1.635 km, la Nigeria per 1.131 km, il Ciad per 900 km e la Tunisia per 900 km. Nel tratto algerino rimangono solo 7 km dei 2.300 km dell’anello strategico di 10.000 km, affiancato da un cavo in fibra ottica che introdurrà e potenzierà la digitalizzazione nei Paesi africani interessati.
La seconda fase, almeno per i tratti completati, consiste nel mettere in atto meccanismi per la gestione economica della strada. Si tratta di eliminare gli ostacoli che i trasportatori di merci possono incontrare tra i Paesi.
L’altro grande progetto nel Continente Africano è il gasdotto tra Nigeria e Algeria, con l’obiettivo di trasportare miliardi di metri cubi attraverso il Niger. L’Algeria sarà poi in grado di inviare il gas nigeriano ai Paesi dell’Unione Europea. Il gasdotto sarà lungo 4.128 km, di cui 1.037 km in territorio nigeriano, 841 km in Niger e 2.310 km in Algeria. Questo gasdotto migliorerà notevolmente la quota dell’Africa nel consumo energetico europeo.
© Riproduzione riservata