Si è conclusa venerdì sera la conferenza dal titolo Dal Tevere al Mekong. Opportunità fra Italia e Vietnam, organizzata a Perugia dalla rivista Scenari Internazionali, alla presenza di Nguyen Duc Thanh, Ministro Consigliere dell’Ambasciata vietnamita in Italia, per approfondire le relazioni economiche, commerciali e culturali fra i due Paesi, scoprendo anche le opportunità che potrebbero schiudersi una volta che l’Accordo di Libero Scambio UE-Vietnam (EVFTA) ed il collaterale Accordo sulla Protezione degli Investimenti (EVIPA), negoziati sin dal 2012, saranno entrati definitivamente in vigore. Presenti anche il Comune di Perugia ed Umbria Export, Agenzia per l’internazionalizzazione di Confindustria Umbria.
A cura della Redazione
PERUGIA – È stato grande l’interesse dei presenti, di cui diversi vietnamiti, fra studenti e giornalisti, per il confronto organizzato ieri dalla rivista Scenari Internazionali al Sangallo Palace Hotel di Perugia, sul tema delle relazioni economiche e commerciali fra Italia e Vietnam, in collaborazione con la Camera di Commercio Italia-Vietnam, il Consolato della Repubblica Socialista del Vietnam in Torino e il Polo Scientifico-Culturale Italia-Vietnam.
Come ha ricordato il direttore Andrea Fais nel suo intervento introduttivo, il Paese è da anni una delle economie più dinamiche dell’Asia e nel 2010 ha fatto ingresso nella fascia delle nazioni a medio reddito. Questo è stato possibile anzitutto grazie all’adozione delle politiche di riforma economica (Doi Moi) nel 1986 e all’ingresso all’interno dell’ASEAN nel 1995, che ha consentito per la prima volta ad un Paese a guida comunista di entrare nell’organizzazione regionale del Sud-est asiatico. Fais ha poi letto un messaggio di saluto inviato da Sandra Scagliotti, Console della Repubblica Socialista del Vietnam in Torino, sotto i cui auspici si è svolta l’iniziativa.
Saluti istituzionali sono poi arrivati, stavolta di persona, anche da Michele Fioroni, Assessore allo Sviluppo Economico, al Marketing Territoriale e all’Urbanistica del Comune di Perugia, che ha ricordato la tradizionale vocazione internazionale della città, trasferitasi alle imprese del territorio che, quando sono «scollegate dalla politica», si dimostrano estremamente capaci di farsi valere anche a livello internazionale. Il sistema industriale umbro, specie per quanto riguarda l’industria meccanica, fortemente orientato sul lato business-to-business piuttosto che business-to-consumer, facilita l’insediamento a livello produttivo e la formazione in loco del personale. Fioroni ha inoltre ricordato i grandi passi in avanti compiuti dal Vietnam nel settore turistico, riuscendo a colmare il gap rispetto ad altri Paesi dell’area come la Thailandia, rivolgendosi anzitutto ad un pubblico che cerca un viaggio esperienziale, ponendo il Paese come valida case history di riferimento anche per l’Umbria.
Il dibattito è proseguito con l’intervento di Nguyen Duc Thanh, Ministro Consigliere dell’Ambasciata della Repubblica Socialista del Vietnam, che ha illustrato le caratteristiche del suo Paese, evidenziando anzitutto le somiglianze geografiche con l’Italia, a partire dalla notevole estensione della fascia costiera, e le principali ragioni per cui investire in Vietnam: alti livelli di crescita, una popolazione di 100 milioni di abitanti, di cui 33 milioni appartenenti alla classe media, risorse umane e costi di produzione competitivi, stabilità politica, avanzate politiche di incentivo agli investimenti e integrazione nel quadro del mercato internazionale.
In questo scenario estremamente aperto si collocano 324 parchi industriali, di cui 43 frutto di investimenti diretti esteri, 16 zone economiche costiere, 3 zone di sviluppo hi-tech (che diventeranno 6 entro il 2030) e i progetti relativi all’apertura di 3 zone economiche speciali: Van Don, Cam Ranh e Phu Quoc. Il Ministro Consigliere ha poi ricordato la grande forza propulsiva presente nel Paese, esemplificata da un dato emblematico elaborato dal Forum Economico Mondiale: due delle dieci città più dinamiche al mondo nel 2017 erano vietnamite, ovvero Ho Chi Minh City, “capitale” economica del Paese, e Hanoi, capitale amministrativa e politica.
Forti sono le relazioni bilaterali fra i due Paesi, frutto di visite e scambi reciproci ormai ai più alti livelli istituzionali. Richiamando gli obiettivi, raggiunti e da raggiungere, della Commissione mista intergovernativa sulla cooperazione economica Italia-Vietnam, Nguyen Duc Thanh ha ricordato i progetti congiunti nei settori dell’industria e macchinari, dell’energia e ambiente, delle infrastrutture e trasporti, dell’agricoltura, agrifood, lavorazione alimentare e acquacoltura, della scienza e tecnologia, della chimica e farmaceutica, della cultura e turismo. In generale, l’interscambio commerciale fra Italia e Vietnam si attesta a quota 4,8 miliardi di dollari (4,24 miliardi di euro), di cui 3 miliardi (2,65 miliardi di euro) di import italiano dal Vietnam (-6% su base annua nel 2017) e 1,8 miliardi (1,59 miliardi di euro) di export italiano verso il Vietnam (+8% su base annua nel 2017).
Ancora piuttosto negativo è il dato regionale umbro che, come ha ricordato il Direttore di Umbria Export Enzo Faloci, incide per appena 4 milioni di euro sul totale dell’export italiano verso il Vietnam. Una cifra minuscola che non rende giustizia alle costanti attività di scambio portate avanti dal sistema confindustriale regionale, con varie missioni fra Hanoi e Ho Chi Minh City, ma che, d’altro canto, se vista da un altro punto di vista, lascia intravvedere sicuramente notevoli margini di crescita per i prossimi anni. Faloci ha inoltre sottolineato la vicinanza fra i tratti caratteriali italiani e vietnamiti, che indubbiamente costituisce un fattore di facilitazione dei rapporti umani e professionali fra le imprese dei due Paesi. C’è in generale un forte interesse dell’Umbria per il Vietnam, specie per quanto riguarda la meccanica agricola, il food e il biomedicale, ma la difficoltà principale sta nella continuità e nella perseveranza fra una missione e l’altra.
Ad Alessandra Cursio, giovane collaboratrice della Camera di Commercio Italia-Vietnam, è toccato il compito di presentare dettagliatamente le opportunità di investimento nel Paese asiatico e, nello specifico, il quadro normativo dell’Accordo di Libero Scambio UE-Vietnam (EVFTA), e dell’Accordo sulla Protezione degli Investimenti UE-Vietnam (EVIPA), ad esso collaterale, che, una volta entrati in vigore, da un lato consentiranno l’eliminazione progressiva di gran parte dei dazi su molti prodotti e delle barriere non-tariffarie nelle due direzioni, mentre dall’altro tuteleranno gli investitori europei in Vietnam, specie in materia di proprietà intellettuale. La relatrice ha poi illustrato anche le principali caratteristiche socio-economiche del Paese.
Ha chiuso i lavori l’intervento di Walter Cavrenghi, Segretario della Camera di Commercio Italia-Vietnam, confermando l’importanza della vicinanza tra i modi di fare dei vietnamiti e quelli degli italiani, elemento che, come osservato in precedenza, facilita i rapporti umani e professionali fra i due Paesi. Cavrenghi ha spiegato il ruolo della struttura camerale di cui fa parte, lamentando tuttavia il ritardo che l’Italia ha accumulato rispetto a Francia, Germania ed altri Paesi sul mercato vietnamita. L’Italia ha «certamente maggiori chance di altri Paesi» grazie al suo know-how tecnologico e alle sue conoscenze ma incontra ancora grosse difficoltà di approccio in certi settori, dove la controparte vietnamita, a volte, può prendersi del tempo prima di concludere un affare. Del resto «non è sufficiente un’e-mail ma è importante instaurare un rapporto di fiducia» coi propri interlocutori in Vietnam, affrontando questo mercato con la giusta conoscenza, non solo economica, del Paese.
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