Mobilità. Singapore ha il passaporto più potente al mondo, Italia seconda (in compagnia)

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A cura della Redazione


Singapore balza in testa, solitaria, nella graduatoria mondiale dei passaporti stilata annualmente ed aggiornata ieri da Henley & Partners, società britannica di consulenza in materia di cittadinanza e residenza globale. Il prezioso documento in possesso ai residenti permanenti dell’avanzata città-stato asiatica apre infatti le porte, senza bisogno di visto, di ben 195 destinazioni di viaggio su 227 totali.

Al secondo posto, a pari merito, con 192 destinazioni visa-free ci sono i passaporti di Francia, Germania, Italia, Giappone e Spagna. Nella classifica stilata lo scorso mese di gennaio questi cinque Paesi, come sottolinea lo Straits Times, si erano posizionati a quota 194 proprio assieme a Singapore.

Al terzo posto, con 191 destinazioni esenti da visto, si trovano invece i passaporti di Austria, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Corea del Sud e Svezia.

Regno Unito, quarto con 190 destinazioni visa-free [assieme a Belgio, Danimarca, Nuova Zelanda, Norvegia e Svizzera], e Stati Uniti, ottavi con 186, stanno lentamente perdendo terreno rispetto al 2014, quando ancora dominavano la graduatoria.

Lanciato nel 2006, l’Henley Passport Index prende in esame i passaporti di 199 tra Paesi e territori, sulla base dei dati dell’International Air Transport Association (IATA). Al di là della mera facilitazione turistica, l’esenzione dal visto richiama una serie di parametri legati allo sviluppo, alla sicurezza e alla trasparenza che uno Stato o un’autorità territoriale può vantare nei suoi rapporti con l’estero.

Non è un caso, dunque, che l’ultimo gradino della classifica spetti purtroppo all’Afghanistan, i cui cittadini possono entrare senza visto soltanto in 26 Paesi nel mondo. Restando all’interno del mondo musulmano, fa invece notizia l’ingresso degli Emirati Arabi Uniti nella top ten per la prima volta, in virtù delle 185 destinazioni cui il passaporto nazionale consente di accedere senza visto: un balzo in avanti di ben 152 unità compiuto in meno di vent’anni.

Stringendo lo sguardo all’ultimo decennio (2014-2024), sono i passaporti di Cina e Ucraina a segnare gli incrementi più significativi: quello del gigante asiatico è salito dall’83° al 59° posto (+24) con 85 destinazioni visa-free, mentre quello del Paese slavofono, malgrado la guerra, è passato dal 53° al 30° (+23), con 148 destinazioni visa-free. A questo proposito, nello stesso periodo, la Russia ha perso 7 posizioni, scendendo dal 38° al 45° posto, con 116 destinazioni visa-free.

Tra gli altri grandi emergenti, l’India è 82a con 58 destinazioni visa-free, perdendo sei posizioni rispetto al 2014, il Brasile è 17° con 117 destinazioni visa-free, guadagando quattro posizioni nello stesso arco temporale, mentre il Sudafrica è 47° con 106 destinazioni visa-free, sei gradini in meno nel decennio.

«La tendenza generale registrata nel corso degli ultimi vent’anni si muove verso una maggiore libertà di viaggio, con la media globale di destinazioni accessibili visa-free quasi raddoppiata da 58 nel 2006 a 111 nel 2024», ha spiegato Christian H. Kaelin, presidente di Henley & Partners, che ha però aggiunto: «Tuttavia, il divario nella mobilità globale tra chi è in cima e chi è in fondo alla classifica è il più ampio di sempre, con Singapore, prima in graduatoria, capace di accedere a ben 169 destinazioni in più rispetto all’Afghanistan».




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