A cura della Redazione
Qual è la tendenza della moda per noi oggi? La lunghezza della gonna o dei pantaloni? La forma del tacco delle scarpe o il colore della stagione? No. Oggi, tutti i partecipanti al mercato di settore, dagli stilisti ai clienti, prestano sempre più attenzione ai criteri ambientali applicati all’abbigliamento.
La Settimana della Moda di Helsinki è un ottimo esempio di approccio ecologico al settore della moda. Gli organizzatori rappresentano esclusivamente designer sostenibili, ovvero quelli che minimizzano gli sprechi nella loro produzione, riducendo così al minimo i consumi. Ai designer che partecipano alla Helsinki Fashion Week è vietato l’uso di vera pelle; qui, tra i tessuti, cotone, lino e denim sono di tendenza.
All’inizio è stata concepita come la più ecologica ed etica tra le manifestazioni di settore, presentando solo marchi focalizzati su tessuti naturali e riciclaggio. Conclusasi lo scorso mese di luglio, HFW 2019 ha ricevuto recensioni entusiastiche da parte di affermati critici di moda britannici e australiani su riviste quali Vogue, GQ e Forbes. Il compito principale dei “green designer” è quello di rendere la produzione di abbigliamento parte dell’economia circolare, per incoraggiare le persone ad abbandonare lo shopping impulsivo e la moda “veloce”.
Dopotutto, il settore moda genera nel mondo un giro d’affari di 1.200 miliardi di dollari all’anno, di cui 250 miliardi soltanto negli Stati Uniti. Ogni anno 7,5 miliardi di persone indossano 150 miliardi di capi di abbigliamento! È tutto così vitale?
Ad esempio, il libro di Sandy Black The Sustainable Fashion Handbook tratta non solo questioni ambientali ma anche l’impatto sociale del settore moda, che impiega oltre 40 milioni di persone in tutto il mondo. Il libro contribuisce alla comprensione delle complesse problematiche associate alla moderna produzione di abbigliamento, al suo utilizzo e smaltimento, e rileva anche l’innegabile valore della moda e delle opportunità creative che offre la tendenza alla crescita verso lo sviluppo sostenibile.
Lo stesso problema è stato esaminato bene nel libro Stuffocation, in cui l’anticipatore di tendenze James Wallman rivela il crescente senso di stagnazione nel mondo e il modo in cui potremmo liberarcene. «Abbiamo più cose di quante potremmo mai aver bisogno: vestiti che non indossiamo, gadget che non usiamo e giocattoli con cui non giochiamo. Averli non ci rende più felici. È un male per il pianeta. Ingombra le nostre case. Ci fa sentire ‘strangolati’ e tesi. E può persino ucciderci».
Tornando alle sfilate dell’HFW 2019, Magdalena Schaffrin, direttrice dell’agenzia di eventi Neonytt, ha ossservato: «Per gli spettacoli che abbiamo organizzato, abbiamo sviluppato alcuni standard che i marchi devono soddisfare per volerci rappresentare».
«Tali rigidi criteri non limitano, ma, al contrario, promuovono la creatività», affermano coloro che hanno fondato il marchio di accessori Nuuwai. Le borse sono realizzate con materiali insoliti come, ad esempio, le bucce di mela. Svenja Detto, fondatrice del marchio Nuuwai, ha affermato: «Lo abbiamo messo in funzione perché è pratico: ci sono molte mele, anche bucce, e in questo modo siamo riusciti a sostituire circa metà del poliuretano utilizzato in precedenza nella produzione. E le mele vengono completamente trasformate, nulla scompare».
Alcuni produttori di scarpe sono andati anche oltre: usano persino il muschio nel loro lavoro, quindi non sorprende che i loro prodotti siano popolari anche tra i vegani più intransigenti. Sebastian Thies, designer del marchio di scarpe Nat-2 ha spiegato: «L’intero ciclo produttivo è in Italia. Ad esempio, questo paio di scarpe è fatto di muschio. Utilizziamo anche vetro o gomma riciclati. Ma questo modello è realizzato – non ci crederete – dai petali di una rosa appassita. Abbiamo il know-how per creare sneaker alla moda anche da trucioli di legno. O da gioielli Swarovski».
Oltre all’abbigliamento, all’ultima edizione della HFW sono stati presentati anche gioielli, come una collezione di gioielli ecologici di Roma Narsinghani. Orecchini e bracciali sono realizzati manualmente da vecchi gioielli fusi. La produzione aziendale è assolutamente senza sprechi.
Quindi, come possiamo contribuire ad uno stile di vita sostenibile e al benessere del nostro pianeta, del nostro corpo e della nostra mente? Grazie a persone innovative e ai loro progetti che possono ispirarci a diventare parte del cambiamento. Se tutti pensassero almeno all’idea della moda verde, prima di tutto partendo dal proprio guardaroba e frenando la smania di inseguire continuamente nuove tendenze per acquistare tutto ciò che non è necessario, avremmo la possibilità di cambiare il mondo in meglio e salvarlo.
Traduzione e rielaborazione a cura di Anna Latsygina
Fonte in lingua originale qui