ROMA – Stagioni Russe è la suggestiva vetrina che ogni anno la Federazione Russa organizza per valorizzare all’estero il suo vasto patrimonio culturale ed artistico. La prima edizione 2017 è stata ospitata dal Giappone, mentre quest’anno la prestigiosa kermesse avrà luogo in Italia. Inaugurata all’Auditorium Parco della Musica domenica 14 gennaio da un concerto di Čajkovskij diretto dal Maestro Valerj Gergiev, direttore artistico del Teatro Accademico Statale Mariinskij, la rassegna è stata ufficialmente presentata il giorno successivo presso il Centro Russo di Scienza e Cultura di Roma, durante una conferenza stampa alla quale hanno preso parte, tra gli altri, la vicepresidente del governo della Federazione Russa Olga Golodets, il sottosegretario di Stato italiano al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dorina Bianchi e l’Ambasciatore della Federazione Russa presso la Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino Sergej Razov. Abbiamo approfittato dell’occasione per fare qualche domanda proprio all’Ambasciatore Razov.
S.E. Sergej Razov, benvenuto su Scenari Internazionali. Il Festival Stagioni Russe propone in oltre quaranta città italiane una serie di eventi di arte e cultura russi, come spettacoli teatrali, opere liriche, concerti, balletti, mostre e rassegne cinematografiche. Qual è il ruolo di questa iniziativa nel quadro generale delle relazioni bilaterali?
Il festival si inserisce in maniera organica nello sviluppo delle relazioni italo-russe, che in questi ultimi mesi hanno vissuto momenti molto importanti, a partire dalla visita in Russia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad aprile scorso per giungere alla recente visita del ministro degli Affari Esteri Sergej Lavrov in Italia. Dopo un’interruzione degli incontri, la Commissione intergovernativa per la cooperazione economica ha ripreso a lavorare intensamente. Il volume di interscambio commerciale è aumentato del 20%, anche se non tutto è ancora così roseo per quanto riguarda i nostri rapporti economici. Il 2018 segnerà sicuramente un’implementazione delle nostre relazioni proprio a partire dalla cultura.
I teatri Bolscioi, Mariinskyi e Aleksandriyaskiy, le Orchestre Filarmoniche di Mosca e San Pietroburgo e il Museo Ermitage racchiudono secoli di storia, arte e tradizione russa. Ritiene che il pubblico europeo sia sufficientemente a conoscenza di questo patrimonio culturale oppure l’immagine della Russia in Occidente è ancora condizionata dalle vicende politiche del Novecento?
Al concerto di ieri sera il pubblico ha apprezzato tantissimo l’esecuzione della Sinfonia n. 1 Sogni d’inverno e della Sinfonia n. 6 Patetica di Čajkovskij. La sala era gremita di pubblico. C’erano almeno 3.000 spettatori, alcuni dei quali hanno seguito l’evento in piedi perché i posti a sedere erano tutti occupati. Ritengo che non ci sia nessun pregiudizio nei confronti dell’arte e della cultura russa, un ambito a partire dal quale si possono anzi costruire ancor più solide relazioni fra i nostri due Paesi.
La valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale ha assunto un’importanza di carattere globale nel corso degli ultimi anni, anche grazie alla crescente risonanza internazionale delle decisioni e delle iniziative dell’UNESCO. Oltr ad eventi di massa, come i Mondiali di Calcio della prossima estate, su quali altri elementi attrattivi sta puntando la Russia per incrementare l’offerta turistica?
I prossimi Campionati Mondiali di Calcio, ai quali ci dispiace veramente che l’Italia non sarà presente, porteranno moltissimi ospiti in Russia. Si tratterà di un evento di portata internazionale che ha richiesto da parte nostra un grande sforzo organizzativo, ma gli stadi, i collegamenti infrastrutturali e gli eventi collaterali saranno sicuramente all’altezza delle più esigenti aspettative. Mosca e San Pietroburgo, la nostra seconda capitale, rappresentano due centri di interesse culturale di livello mondiale, in cui l’afflusso turistico è sempre considerevole, e sono senz’altro l’elemento trainante della nostra offerta turistica.
Dopo tre anni di recessione, lo scorso anno l’economia russa è tornata a crescere con decisione. Si è trattato di un segnale incoraggiante, che ha restituito solidità al Paese in questo 2018 pieno di appuntamenti importanti, primo fra tutti le elezioni presidenziali. In particolare, la regione dell’Estremo Oriente è stata al centro di decisioni significative. Quali sono le prospettive di investimento in quest’area del Paese?
Indubbiamente abbiamo registrato una ripresa economica, ma ci sono anche altri parametri interessanti da tenere in considerazione al di là dei punti di crescita del nostro Prodotto Interno Lordo. Inflazione, disoccupazione e qualità della vita registrano un miglioramento costante, consentendoci di parlare di una crescita di qualità. Mosca ed altri poli produttivi rappresentano il motore dello sviluppo, ma in tutte le regioni si sono registrati significativi tassi di crescita, specialmente in Estremo Oriente come avete correttamente osservato. La nostra strategia politica, non solo in quest’area, prevede di attrarre investimenti esteri con agevolazioni ed incentivi. Nonostante le sanzioni economiche, abbiamo avuto risposte positive con afflussi di capitali europei, ma anche da altri Paesi.
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