di TASS
MOSCA – Il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto di estensione delle contro-sanzioni russe fino al 31 dicembre 2019, secondo quanto si apprende da un documento pubblicato oggi sul sito di informazioni legali. «Estendere dal primo gennaio al 31 dicembre 2019 le misure economiche speciali separate stabilite dal decreto del presidente russo in data 6 agosto 2014», recita il testo. Il governo è stato incaricato di rafforzare le rispettive misure e le «proposte di modifica […] del periodo di validità delle misure economiche speciali separate da produrre, se necessario».
Nel marzo 2014, l’Unione Europea ed una serie di Paesi, tra cui Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone, Svizzera, Nuova Zelanda, Islanda ed altri, avevano cominciato ad imporre sanzioni contro la Russia per la situazione in Ucraina. Nell’agosto 2014, il presidente Putin aveva firmato un decreto Sull’imposizione di misure economiche speciali separate per garantire la sicurezza della Federazione Russa. Il governo ha imposto restrizioni sull’importazione di alcuni prodotti dagli Stati Uniti, dall’UE, dalla Norvegia, dall’Australia e dal Canada sulla base di un documento pubblicato il giorno seguente. Più tardi, la lista dei Paesi si è allargata e l’elenco dei prodotti è stato rivisto.
Il 9 luglio scorso, Bruxelles ha annunciato la decisione di estendere le sanzioni contro la Russia per altri sei mesi, come pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Le misure dell’UE ai danni di Mosca contengono diversi pacchetti, tra cui sanzioni economiche, restrizioni individuali e sanzioni legate alla questione della Crimea, che sono state regolarmente prolungate. Le sanzioni settoriali, applicate inizialmente il 31 luglio 2014, riguardano il settore finanziario, quello energetico e la difesa, oltre ai beni dual-use. Le sanzioni economiche restringono in particolare l’accesso ai mercati di capitale dell’UE primario e secondario a 5 istituti finanziari russi e alle loro sussidiarie fuori dall’UE, in cui lo Stato detenga una quota di maggioranza, alle 3 maggiori compagnie energetiche russe e a 3 aziende del settore difesa.
Le sanzioni hanno poi imposto un embargo sugli armamenti e vietato l’esportazione in Russia di beni dual-use, utilizzabili in ambito militare, nonché ristretto l’accesso della Russia a determinate tecnologie e servizi strategici che possono essere sfruttati per l’esplorazione e la produzione di petrolio.
Ci sono inoltre due pacchetti di sanzioni collegati alla crisi ucraina. Uno di questi contiene misure restrittive contro 150 personalità e 38 entità russe. Questo pacchetto scadrà il 15 settembre prossimo, ma anch’esso può essere prolungato per ulteriori sei mesi. Un altro pacchetto di sanzioni riguarda la Crimea. Comprende il divieto di importazione di prodotti crimeani, di investimento in Crimea, tra cui gli acquisti immobiliari, il finanziamento di imprese e la fornitura di servizi, soprattutto nell’ambito turistico. Alle navi europee è fatto divieto di ingresso nei porti della Crimea, mentre gli aerei non possono atterrare negli scali della Crimea, tranne che per ragioni di emergenza. Queste misure sono estese per 12 mesi.
Il 4 giugno scorso, il presidente russo aveva firmato la Legge Sulle contromisure contro le azioni ostili degli Stati Uniti e di altri Paesi stranieri. Stando al documento, il governo è incaricato di introdurre varie contromisure sulla base della decisione del presidente Putin, a condizione che non si applichino su beni primari non prodotti in Russia e in altri Paesi. Le rispettive decisioni possono essere assunte anche dal presidente sulla base delle proposte del Consiglio di Sicurezza.
Traduzione a cura della Redazione
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