SF&LmI. Chiusa la prima giornata, innovazione e resilienza strategiche per la logistica italiana

image_pdf



A cura della Redazione


MILANO – È iniziata oggi la quinta edizione di Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry, che vede Scenari Internazionali tra i media partner. La prima giornata ha registrato la partecipazione di oltre 1.100 operatori del settore. «Una sfida grande quella della tre giorni iniziata oggi e, alla luce di quanto accaduto nel 2020, è ancora più importante un confronto di questo tipo», afferma Riccardo Fuochi, presidente di The International Propeller Club Port of Milan, co-organizzatore dell’evento.

«Questo è il più importante momento di confronto tra logistica e mondo della produzione – aggiunge Guido Nicolini, presidente di Confetra – che affronta temi geoeconomici di scenario, ma anche questioni più specifiche come la logistica del pharma dando ampio risalto al piano nazionale ripresa e resilienza».

L’Italia rappresenta oggi nel mondo la settima potenza manifatturiera, la nona nel mondo per capacità di esportare: una fotografia che mostra un Paese vivo. Betty Schiavoni, presidente di ALSEA, che ha promosso e ospitato l’evento, lancia un invito alla politica e alle amministrazioni: «Offriamo un modello che consenta alle nostre imprese di restare italiane grazie alle Borse e ad uno Stato lungimirante». E alle imprese dice: «Reingegnerizziamo le nostre aziende, valutiamo modelli di business più idonei, facciamo più formazione, diamo più spazio ai giovani e alle donne. Serve una rivoluzione culturale, non solo industriale».

Al centro di questa trasformazione, la logistica gioca un ruolo fondamentale. Non solo a livello aziendale, ma anche a livello politico ed economico. «Le guerre non si faranno più per il possesso di un’area geografica, ma per il possesso delle supply chain», afferma Massimo Marciani, presidente del Freight Leaders Council.

L’industria dello shipping sta cambiando, tra rafforzamento delle alleanze, gigantismo e integrazione verticale, con le compagnie che operano anche sulla logistica a terra per migliorare le economie di scala. La logistica nel nostro Paese vede quasi 100.000 imprese attive, 1,5 milioni di addetti, € 85 miliardi di fatturato nel 2019, per un settore che vale il 9% del PIL nazionale.

Le prossime sfide, secondo Massimo Deandreis, direttore generale di SRM, consistono nel rafforzare la posizione del Paese nello shipping, in cui l’innovazione è cruciale per realizzare i cambiamenti previsti dalla transizione energetica e dalla sostenibilità, dalla digitalizzazione e dall’automazione di navi e terminal, ma anche per abbandonare la vecchia visione del porto come luogo dove parte e arriva la merce, considerandolo invece come polo di sviluppo e intermodalità.

La sessione mattutina è proseguita parlando di logistica e dei trasporti per le PMI esportatrici. Il 73% delle esportazioni italiane viene venduta Ex Works ma, secondo Silvia Moretto, presidente Fedespedi, tutto ciò è soltanto l’illusione di una maggiore semplicità: «Il controllo della rete distributiva è una leva irrinunciabile della competitività e delegare a terzi la supply chain porta valore al di fuori del PIL italiano e danneggia il Made in Italy». Secondo Aldo Negri, del Gruppo Finsea, «va fatto capire alle PMI che non ci si può fermare al proprio magazzino: l’aspetto logistico va controllato e non lasciato in mano al compratore».

Nel pomeriggio è stato affrontato il tema degli effetti della pandemia sul sistema logistico italiano: l’aumento del peso dello Stato, l’accorciamento delle catene di fornitura, l’esplosione del delivery e dei resi. Tutti fattori che hanno imposto la resilienza come requisito fondamentale per chi opera nel settore della logistica e la necessità non solo di adattare le strutture organizzative all’emergenza ma anche di modificarle insieme alle catene di fornitura in cerca di flessibilità e sicurezza.

Sempre che l’uscita dalla pandemia sia rapida e consenta la ripartenza dell’economia, come ha ricordato Giuseppe Mele, direttore Area Coesione Territoriale e Infrastrutture di Confindustria. Le aziende produttrici si sono già indirizzate in questo senso, come emerso da una recentissima inchiesta di Federchimica, che ha interpellato i suoi iscritti, esposta da Lucia Buffoli di Mapei.

Ha concluso la sessione un panel a due, che ha fornito considerazioni e indirizzi di governance, da parte degli onorevoli Davide Gariglio ed Edoardo Rixi, componenti della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati.


Martedì 9 marzo

La giornata di domani inizierà con un altro tema di rilievo: Chi controlla la logistica italiana e perché dovrebbe interessare all’industria (e alla politica). Aprirà la sessione Marco Migliorelli, vicepresidente di Confetra, mentre le conclusioni di governance politiche spetteranno a Gianni Pietro Girotto, presidente della 10a Commissione per l’Industria, il Commercio e il Turismo del Senato.

A seguire la sessione dedicata al sistema logistico-industriale italiano al 2030, visto attraverso la lente di Next Generation EU. Tra i protagonisti in cartello ci sarà Giuseppe Pasquale Roberto Catalano, coordinatore della Struttura Tecnica di Missione per l’indirizzo strategico, lo sviluppo delle infrastrutture e l’alta sorveglianza presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che spiegherà cosa prevede il programma italiano per l’utilizzo dei fondi del Recovery Plan.

Spazio poi alla presentazione del report SRM – Contship sui corridoi logistici e sulla qualità dei corridoi logistici italiani verso l’estero, che quest’anno è rivolto allo studio settoriale della piastrella. Concluderà la gSiornata la sessione verticale sulla logistica dei farmaci, sessione realizzata in collaborazione con l’Osservatorio Interdisciplinare Trasporto Alimenti e Farmaci.



Ottimizzato da Optimole