di Daily Sabah
La Banca centrale turca ha rivisto al rialzo le sue previsioni sull’inflazione di fine anno ma i prezzi al consumo dovrebbero scendere significativamente nel quarto trimestre. Presentando ieri ad Ankara l’ultimo rapporto trimestrale sull’inflazione della Banca Centrale della Repubblica di Turchia (CBRT), il governatore Şahap Kavcıoğlu ha corretto la previsione di fine anno al 14,1% rispetto al 12,2% indicato nel precedente rapporto di aprile.
La Banca centrale ha corretto anche la previsione sull’inflazione di fine 2022 dal 7,5% al 7,8% e ha mantenuto la sua previsione al 5% per il 2023. «L’inflazione può seguire un percorso volatile nei mesi estivi ma la nostra posizione in politica monetaria è solida abbastanza da impedire che queste volatilità si riflettano nel trend principale», ha osservato Kavcıoğlu durante la presentazione del rapporto.
La lira turca si è apprezzata dello 0,6% contro il dollaro a un cambio di 8,49 – ha spiegato Kavcıoğlu – il suo livello più alto da metà giugno. Il governatore ha poi aggiunto che la Banca centrale punta a rafforzare la lira e sta lavorando a costruire le proprie riserve.
Kavcıoğlu ha precisato che, lo scorso mese, l’inflazione aveva raggiunto il valore massimo del ventaglio di previsioni, evidenziando come sia necessario risolvere i problemi strutturali che hanno determinato questa situazione e adottare misure per aumentare la competitività. L’inflazione annuale della Turchia è salita al 17,53% nel mese di giugno, il massimo negli ultimi due anni. A maggio, l’indice dei prezzi al consumo era invece inaspettatamente sceso al 16,59% dopo che il lockdown di tre settimane aveva impedito alle imprese di aumentare i prezzi.
Secondo un’indagine di Reuters, pubblicata mercoledì scorso, l’inflazione è prevista in rialzo al 18,5% a luglio, in parte a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia, aspetto visto come un fattore di crescente pressione sulla Banca centrale a mantenere rigida la sua politica monetaria.
I principali elementi indicati come responsabili per l’aumento dell’inflazione sono il rialzo del 15% dei prezzi dell’elettricità e il rialzo del 12% dei prezzi del gas registrati all’inizio di luglio. «L’aumento dell’inflazione è temporaneo», ha rimarcato Kavcıoğlu, osservando che è previsto un rallentamento nei prezzi al consumo entro la fine dell’anno.
Il governatore ha affermato che la banca manterrà con fermezza una politica rigida fin quando non sarà raggiunta una diminuzione stabile dell’inflazione, ma ha tuttavia ricordato che la politica monetaria, da sola, non è sufficiente a combattere l’inflazione e che deve essere coordinata con la politica fiscale.
«Il tasso di riferimento continuerà ad essere fissato al di sopra dell’inflazione», ha rassicurato Kavcıoğlu, rimarcando che i prezzi al consumo sono previsti in discesa a partire dalla fine del terzo trimestre e nel quarto. «L’andamento del mercato rispetto all’inflazione è stato irregolare e per tenerla sotto controllo dobbiamo raggiungere un punto di condivisione tra tutte le istituzioni e le aziende», ha affermato il governatore, lamentando che la Banca centrale «è stata lasciata sola sulla questione dell’inflazione».
Due settimane fa, la Banca centrale ha mantenuto il tasso d’interesse al 19% avvisando che l’inflazione potrebbe restare volatile durante tutta l’estate ma non fornendo chiare indicazioni se fosse imminente un atteso alleggerimento della politica monetaria. La Banca centrale ha ultimamente modificato il tasso sulle operazioni a una settimana lo scorso mese di marzo, quando l’ex governatore Naci Ağbal lo aveva aumentato per scongiurare il pericolo dell’inflazione, che stava salendo già da settembre.
Stando al rapporto presentato ieri, l’inflazione sui beni alimentari a fine 2021 è prevista al 15%, in rialzo rispetto al 13% del precedente rapporto. Per il 2022, questo dato dovrebbe scendere al 10,1% anziché al 9,8%, come previsto in precedenza. La previsione della Banca centrale turca sul prezzo del petrolio è 69,6 dollari (591,5 lire turche) al barile per il 2021 e 69,4 dollari per il 2022.
Passando ai dati relativi allo sviluppo socio-economico, Kavcıoğlu ha mostrato che la Turchia ha registrato una forte crescita nel secondo trimestre sulla spinta dell’effetto-base ed i livelli di occupazione continueranno a salire rispetto a quelli segnati dal periodo di restrizioni per il contenimento del contagio.
L’economia turca è cresciuta dell’1,8% nel 2020, una delle poche al mondo ad evitare la contrazione provocata dalla pandemia grazie al successo del credito indirizzato dallo Stato a metà anno. Il PIL ha fortemente rimbalzato nel primo trimestre (+7%) di quest’anno ed Ankara quantifica intorno al 20% la crescita nel secondo trimestre.
Il governo prevede per quest’anno una crescita del 5,8% ma il presidente Erdoğan ha affermato che potrebbe essere persino più alta. Il Paese ha allentato il coprifuoco lo scorso primo luglio e tutte le restrizioni, tranne l’obbligo di indossare le mascherine, sono terminate.
Kavcıoğlu ha anche evidenziato che le partite correnti hanno cominciato a migliorare per effetto della diminuzione delle importazioni di oro, finite sotto i livelli storici. La crescita dei prestiti ha mostrato una tendenza moderata e il governatore ha prefigurato che l’autorità di vigilanza bancaria potrebbe limitare l’espansione del credito al consumo.
Traduzione a cura della Redazione
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