Umbria. La Regione si affida a Vittorio Sgarbi per rilanciare il turismo, colpito dal sisma

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di Redazione

 

 

A partire dalle drammatiche scosse sismiche dell’agosto scorso, per una parte dell’Italia Centrale è cominciato uno dei periodi più bui e drammatici della storia contemporanea. La dorsale appenninica che dai Monti Sibillini giunge sino al Gran Sasso, passando per i Monti della Laga, è stata investita da una serie di fenomeni geologici che hanno lasciato sul campo vittime, macerie e danni incalcolabili alle tante realtà montane presenti nelle aree colpite dell’Umbria, delle Marche, del Lazio e dell’Abruzzo.

In attesa e nella speranza che le istituzioni governative, quelle regionali e la Protezione Civile portino a compimento nel più breve tempo possibile gli interventi logistici ed infrastrutturali necessari a garantire l’installazione in loco di dignitosi moduli abitativi e la riapertura delle attività produttive e commerciali compromesse, nel medio periodo si contano anche danni di altro genere, indiretti ma senz’altro problematici perché estesi su aree molto più vaste. L’effetto psicologico che il sisma ha provocato nel resto d’Italia ha infatti portato migliaia di turisti ad annullare le prenotazioni già effettuate presso le strutture ricettive delle regioni coinvolte dal sisma, per la paura di ritrovarsi colpiti in prima persona da possibili nuove scosse.

L’informazione generalista nazionale è finita più volte sul banco d’accusa di diverse amministrazioni locali, che l’accusano di aver indirettamente contribuito ad alimentare un clima di panico diffuso e generalizzato, portando molti altri italiani (e stranieri) a ritenere che intere province fossero state colpite o danneggiate dai ripetuti episodi sismici di fine ottobre e gennaio scorsi. Alla base di questo gap comunicativo potrebbero esserci due ragioni fondamentali, tra loro palesemente intrecciate: da un lato, una conoscenza geografica sommaria e molto approssimativa dei territori interni dell’Italia Centrale ma dall’altro anche la loro storica marginalità infrastrutturale e mediatica.

Insomma, tralasciando il dubbio se le responsabilità vadano attribuite – ed in quale misura – alla stampa o alla politica, per molti italiani del Nord e del Sud, lo spazio compreso tra la latitudine di Roma e quella di Firenze continua ad essere un cono d’ombra sostanzialmente ignoto, o al massimo rinomato soltanto per alcuni monumenti storici e qualche eccellenza agroalimentare.

Affermare, com’è spesso accaduto nei telegiornali o nelle agenzie, che le scosse sono avvenute «nell’area di Perugia», «di Macerata» o «di Rieti», quando quei capoluoghi si trovano in realtà a 80, 90, 100 o addirittura 120 km di distanza dalle diverse zone di volta in volta registrate come epicentro, o mostrare mappe che inseriscono in infografica nomi di comuni sostanzialmente esclusi dai danneggiamenti, può avere senz’altro ingigantito la percezione del terremoto oltre le sue effettive conseguenze. Tuttavia, la politica ha i mezzi per poter rilanciare operazioni di rettifica su scala nazionale ed affrontare una complessità che è presente da secoli su molti territori appenninici italiani e con la quale bisogna fare necessariamente i conti.

Il peso economico di questo panico generalizzato è ancora da quantificare con esattezza nelle quattro regioni colpite, ma già in Umbria e nelle Marche le prenotazioni confermate sia per l’autunno scorso che per la prima parte di quest’anno rasentano praticamente lo zero. In particolare, l’Umbria, priva di territori costieri che possano anche solo parzialmente compensare le perdite nell’entroterra, vede tristemente svuotarsi i suoi centri di maggior afflusso turistico, quali Perugia, Assisi, Gubbio, Spoleto, il comprensorio del Trasimeno, l’Alta Valle del Tevere, Città della Pieve, Todi, Orvieto, Narni, Marmore, Amelia, Sangemini e ovviamente le aree, direttamente investite dal sisma, della Valnerina.

La Regione sta così cercando di correre ai ripari, appellandosi al critico d’arte Vittorio Sgarbi, volto noto della politica e della televisione italiana, che si è messo a disposizione da protagonista in un breve video promozionale per lanciare un messaggio a tutti gli italiani e rilanciare il turismo locale, nella speranza che sortisca effetti positivi già a partire dalle prossime festività pasquali.


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