A cura della Redazione
Creati 216.000 nuovi posti di lavoro nei settori non-agricoli a dicembre. È quanto emerge dal comunicato diffuso oggi dall’Agenzia per le Statistiche sul Lavoro degli Stati Uniti.
Si tratta di un dato che, come riporta CNN, «supera le attese e corona un anno di resilienza nel mercato del lavoro». Il tasso di disoccupazione nel Paese resta al 3,7% contro il 3,8% previsto dagli esperti, che si aspettavano un aumento netto dei posti di lavoro pari a 160.000 unità.
In totale, stando ai dati destagionalizzati dell’Agenzia, nel corso del 2023 gli Stati Uniti hanno riportato un incremento netto di quasi 2,7 milioni di occupati, per una media mensile di 225.000 unità. Un aumento significativo, anche se nettamente più basso rispetto ai numeri record registrati nel 2021 (7,27 mln) e nel 2022 (4,79 mln), due anni caratterizzati da una forte ripresa post-Covid.
Il continuo rafforzamento del mercato occupazionale – proseguono da CNN – ha aiutato ad alimentare la spesa per i consumi e la crescita economica. Questo nonostante la Federal Reserve abbia operato ben undici rialzi dei tassi negli ultimi due anni con lo scopo di frenare l’inflazione.
A tale proposito, i commenti del presidente della Fed Jerome Powell ed una serie di dati positivi rispetto all’andamento dei prezzi hanno contribuito a diffondere un certo ottimismo sui mercati riguardo al fatto che la banca centrale statunitense potrebbe, prima o poi, iniziare a tagliare i tassi.
Tuttavia, secondo Andrew Patterson, analista di Vanguard, il dato dei nuovi occupati e gli aumenti salariali più forti del previsto (+0,4% mensile e +4,1% annuo) potrebbero allontanare questa prospettiva, preferendo mantenere i tassi alti per un periodo più lungo.